Ci sono nomi davvero significativi del fumetto d’autore internazionale, ormai pluripremiati ed esposti in luoghi prestigiosi, che per ragioni spesso oscure arrivano poco o per nulla nelle nostre librerie. Un esempio è il belga Brecht Vandenbroucke, esponente di primo piano del fumetto d’avanguardia. Finora inedito in Italia, con l’eccezione di qualche lavoro pubblicato su Internazionale nelle pagine di Graphic journalism, ha 37 anni ed è un esponente dell’ambiente lgbt+. Al tempo stesso, Vandenbroucke non manca di distanza critica e ironica verso quel mondo pur riconoscendogli assoluta legittimità e rappresentandolo con affetto evidente. Ma in Shady, grazie anche a un magnifico libro cartonato in grande formato, il tono esplicitamente surreale e la forza espressiva pittorica ci trasportano in una dimensione psichedelica in cui la comunità lgbt+ assurge quasi a un universo parallelo. Un mondo pop coloratissimo, concentrato su se stesso all’ennesima potenza. Ma a Shady, che sembra Bruto del Popeye di Elzie Crisler Segar in chiave gay-gender, narcisista crudele e infantile, che non si separa mai dal telefono e dal suo orsetto rosa, ci si affeziona anche perché prende una dimensione universale: in questi sketch umoristici l’insicurezza e l’egomania autoreferenziale del mondo contemporaneo sono descritti alla perfezione. In altre parole, questo mondo a misura di un eterno egocentrismo tardo-adolescenziale è il nostro.
Francesco Boille
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Questo articolo è uscito sul numero 1526 di Internazionale, a pagina 79. Compra questo numero | Abbonati