Coraggioso, il capolavoro di Tsukamoto parla del rimosso nel dopoguerra giapponese: la prostituzione, la violenza su donne e bambini, e degli ufficiali su soldati e prigionieri.
L’emancipazione di una donna privata d’interiorità dalla società maschile dove ogni capitolo corrisponde a una gabbia da cui uscire, trasfigurata in un viaggio gotico-psichedelico.
Più c’è dolore e più il film è umano, così come l’epica è rovesciata in Pinocchio. Il capolavoro di Garrone ribalta i punti di riferimento.
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Questo articolo è uscito sul numero 1529 di Internazionale, a pagina 89. Compra questo numero | Abbonati