Una festa per gli occhi questa antologia dalla paginazione ben più consistente e dal formato più grande rispetto a Linus, la rivista di cui, storicamente, è una filiazione. Nata nel 1974, è ora rilanciata da Igort per le librerie. Si alternano racconti completi, estratti di graphic novel in uscita e graphic novel a puntate. Su tutti spicca proprio Igort con Numbers, che segna il suo grande ritorno alla fiction. Ambientato a Hong Kong negli anni trenta, quella delle triadi, mentre la Cina è in preda alla guerra civile, in questo lavoro Igort sorprende ancor più: narrazione classica e insieme postmoderna, il segno grafico si confonde nel fotografico in qualcosa di mai visto, generando immagini di rara potenza ed eleganza compositiva. Al suo opposto, una nuova puntata del fumetto più inclassificabile degli ultimi anni, Voderak dell’esordiente italiano Wāmu. Pare uscito dalle sperimentazioni anarcoidi e “svaccate” degli anni settanta: a tratti non si capisce nulla ma ci si diverte molto. Tra i racconti completi, i minimalisti statunitensi Noah Van Shiver e Josh Pettinger, il reportage per il Washington Post sui senzatetto di Bianca Bagnarelli e Christopher Rowland, l’italiano Cammamoro, pittorico e allegorico, la poesia concettuale del cinese Woshibai e uno dei pochi maestri del fumetto italiano della nuova generazione, Andrea Bruno, insieme al francese Frédéric Debomy. Una lettura davvero “alter”. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1559 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati