“Che donna voglio essere?”. Quest’interrogativo affiora a metà narrazione e torna alla fine a tutta pagina. Da questione di fondo lasciata implicita alla sua netta esplicitazione. Ma l’aiuto dato ai lettori potrebbe rivelarsi un inganno, almeno in parte. Perché la realtà è duplice. L’esordio come sceneggiatrice di fumetti della francese Céline Tran, blogger, scrittrice, “coach specializzata in disturbi sessuali” che si rivolge a persone di ogni orientamento, e con un passato di attrice porno, è un exploit di iconoclastia e profondità. Gioca su una narrazione e su psicologie specchiate in una rappresentazione del reale dal netto gusto teatrale ma senza pesantezza, esprimendo anzi un senso di gioia e amore per la vita. La storia della dolce cinquantenne Elise, tradita dal marito e piena di dubbi sulla sua capacità di essere attraente, è quella di una metamorfosi radicale. Grazia La Padula, appena premiata al Comicon di Napoli, la trasfigura: la sua maestria negli acquarelli è la dimostrazione della differenza tra un classicismo pieno di vitalità e un accademismo mortifero. Lei e Tran lavorano in simbiosi per rivelarci che l’interrogativo d’apertura è valido per tutti i generi sessuali, questa la rivelazione. E che la vita è un teatrino con cui divertirsi sempre, sapendo però anche perdonare. Mostrando così anche la vena umanista e universale di una commedia erotica che, a priori, si vuole di genere e di “parte”. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1564 di Internazionale, a pagina 84. Compra questo numero | Abbonati