Se abbiamo eletto un titolo dedicato al riscaldamento climatico come miglior graphic novel del 2024, oltretutto apparentemente didascalico (uno dei grandi mali delle narrazioni contemporanee), è perché Grossi centra il tema: la questione di fondo è il capitalismo e la nostra percezione delle cose. Quindi, fuori campo ma non poi così tanto, il modo di fare informazione sul tema, per il quale servirebbe una rivoluzione come, per esempio, spazi fissi che diano conto delle cose fatte e delle cose da fare nei vari paesi, e con una partecipazione dal basso.

La scelta didascalica è accompagnata da una quantità enorme di dati resi chiari, capaci così di appassionare il lettore, per fare una sorta di pamphlet che colpisce con forza anche un modo di pensare pervasivo che ci ha contagiati, quello della sostanziale rimozione psicologica per evitare l’ansia: “Ogni generazione trova normale il suo livello di rovina”. Grossi mette insieme i frammenti per restituire un affresco su tutto quel che non va perché “il nostro approccio risente di una visione parziale dei problemi”. “Non c’è soluzione se non si rimette in discussione l’intero sistema”, ma l’accumularsi di guerre in zone geostrategiche, “un’assurdità a cui veniamo assuefatti”, lascia presagire l’arrivo di qualcosa. La civiltà umana è “l’asteroide” che può cancellare tutto. A meno di una grande rivoluzione, globale e democratica. ◆

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1596 di Internazionale, a pagina 84. Compra questo numero | Abbonati