Una bambina con uno strano cappuccio, un vestito che sembra il più comodo del mondo, occhi grandi per guardare tutto. Questi sono gli ingredienti dell’albo illustrato di Kobi Yamada, autore di best seller statunitense, acclamato dal New York Times. Yamada vive con la famiglia nel nordovest del Pacifico, in una città di nome Edmonds, un’oasi idilliaca non lontana da Seattle che ha contribuito a formare lo sguardo, bello e sereno, con cui l’autore guarda al futuro. I suoi albi, pur avendo uno scopo didattico, nel senso che insegnano l’amore, il rispetto e i sentimenti, hanno anche una loro potenza visiva.
Infatti la bambina dallo strano capello la vediamo fluttuare tra i ghiacci, conversare con orsi polari, guardare le stelle, camminare, sempre all’inseguimento di una vita che non è mai qualcosa di circoscritto, ma è potenzialmente infinita. Sta a noi cogliere quell’infinito, senza paura, senza confini o limiti. E poi non si viaggia mai da soli, serve sempre uno sguardo amico, in questo caso quello di una volpe bianca, tenera e dolce. Solo così la bellezza si potrà dischiudere davanti a noi. Secondo Yamada la bellezza non è dove ce l’aspettiamo. Suggerisce di sperimentare, di dare spazio a ciò che si ama. Perché a ben vedere la bellezza siamo noi. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1596 di Internazionale, a pagina 84. Compra questo numero | Abbonati