“Basta infangare la nostra memoria nazionale! Rivendichiamo una storia comune come elemento integrante per la riconciliazione”. Con queste parole pronunciate all’inizio di aprile a Valladolid al parlamento di Castiglia e León, il portavoce del Partito popolare spagnolo (Ppe) Raúl de la Hoz ha commentato l’approvazione della legge presentata dal Ppe e dall’estrema destra di Vox, che ha scatenato un dibattito infuocato nel paese.
Il testo deroga alla legge nazionale sulla memoria storica, approvata nel 2007 e aggiornata dal governo socialista di Pedro Sánchez nel 2022. Questa legge condanna la “dittatura franchista” al potere in Spagna dalla fine della guerra civile (1936-1939) al 1975 e prevede, tra le altre cose, che i discendenti delle vittime del franchismo possano esumare i loro familiari dalle fosse comuni per dargli un “funerale degno” con il sostegno delle autorità, che in alcuni casi finanziano le loro ricerche.
Nel nuovo testo la parola “dittatura” sparisce, e il colpo di stato messo in atto nel luglio 1936 dal generale Francisco Franco viene minimizzato e considerato solo “il risultato inevitabile di grandi violenze” che in buona parte sarebbero responsabilità “dell’estrema sinistra”.
Una nuova storia
Terza forza parlamentare dopo le elezioni legislative dello scorso luglio, Vox ripete il suo messaggio: non intende accettare la versione in vigore finora, secondo cui il golpe franchista distrusse la repubblica nata nel 1931 e uccise, incarcerò o costrinse all’esilio centinaia di migliaia di persone.
Influenzata dallo storico revisionista Pio Moa, l’estrema destra ritiene che l’attuale regime democratico si collochi “in continuità” con il franchismo, minimizzando le sofferenze della guerra civile e della dittatura del “Generalissimo”, e affermando che le vittime, come le responsabilità, siano di entrambi i fronti.
La svolta ideologica sembra inarrestabile: oltre a Castiglia e León, altre due regioni governate dalla destra e dall’estrema destra, Aragona e la Comunità Valenciana, hanno votato le cosiddette leggi della concordia. “Le parole vengono stravolte”, sottolinea lo storico Julian Casanova. “Dietro termini come ‘concordia’ o ‘riconciliazione’ l’estrema destra nasconde il tentativo di riciclare il franchismo: una specie di lavaggio della coscienza”. L’Estremadura e le Baleari, anch’esse governate da una coalizione di destra, sembrano avviate sullo stesso percorso.
Le deroghe alla legge nazionale sulla memoria storica avranno conseguenze concrete. Spariranno le sovvenzioni pubbliche per chi desidera dare una sepoltura degna ai propri antenati fucilati dalle truppe franchiste. “Già si stanno moltiplicando gli ostacoli amministrativi per qualsiasi richiesta in questo senso”, denuncia Julio del Olmo, responsabile locale dell’Associazione per il recupero della memoria storica. Nipote di un repubblicano fucilato nel 1939, del Olmo ha partecipato alla riapertura di ottanta fosse comuni e all’esumazione di circa settecento vittime del franchismo.
Un’altra conseguenza delle nuove leggi revisioniste sarà un cambiamento del sistema scolastico: in Castiglia e León, nella Comunità Valenciana e in Aragona le scuole sono state invitate ad aggiornare i programmi nello spirito della nuova legge (in Spagna l’istruzione è gestita dai governi regionali).
“Trovo orrendo che nella scuola dei miei figli si cerchi di riscrivere la storia mettendo nella testa degli alunni l’idea che Franco fu un grand’uomo che ha riconciliato una Spagna divisa, mentre in realtà era un dittatore”, accusa María Pilar Fernández de Miya, funzionaria statale di Valladolid.
Questa reinterpretazione della storia provoca forti tensioni all’interno del panorama politico. Il 10 aprile, in visita a Cuelgamuros, la valle nei pressi di Madrid dove un tempo si trovava la tomba di Franco, Sánchez ha dichiarato: “Non abbiamo intenzione di lasciarci travolgere dall’ondata revisionista dell’estrema destra”. E ha annunciato che si rivolgerà alla corte costituzionale, all’Onu e ai tribunali europei. ◆ as
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Questo articolo è uscito sul numero 1559 di Internazionale, a pagina 26. Compra questo numero | Abbonati