Scrivi in privato sui social media a uno dei tuoi creator preferiti e a risponderti sarà un chatbot, cioè un sistema automatizzato. Come quando scrivi nella chat di un call center. Questo il piano svelato nei giorni scorsi da Mark Zuckerberg, amministratore delegato della Meta, che farà a breve i primi test su Instagram negli Stati Uniti. Nelle chat sarà scritto esplicitamente che le risposte sono elaborate da un’intelligenza artificiale e potrebbero essere “imprecise o inappropriate”: la speranza è che l’azienda riesca comunque a impedire a questi chatbot di scrivere cose spiacevoli se non addirittura pericolose. Ma la vera domanda è: perché qualcuno vorrebbe parlare con una versione finta del suo creator preferito? ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1570 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati