Gli attivisti per il clima entrano negli studi tv. È successo durante la finale di Let’s dance (Tv4), versione svedese di Ballando con le stelle, gara di ballo tra celebrità di varia estrazione. Tre ragazzi hanno aspettato seduti in platea il momento clou della serata, l’esibizione della sciatrice Charlotte Kalla, per saltare sul palco spargendo polvere gialla e dispiegando lo striscione del loro gruppo, “Restore wetlands”. Pochi secondi di buriana e il cameraman del tecnocrane, l’enorme braccio comandato a distanza per le riprese panoramiche, ha gettato a terra e immobilizzato i tre attivisti, coadiuvando gli uomini della sicurezza che hanno potuto così trascinarli fuori dallo studio e denunciarli per vandalismo. Da casa, nessuno si è accorto di nulla. La coreografia è andata avanti, senza trasmettere una scena degna di un film della Marvel, con la gigantesca protesi di un gendarme alieno che annienta i giovani sabotatori (che già nei mesi scorsi avevano interrotto la trasmissione Idol e la performance di una cantante). “Il cambiamento climatico è così urgente che non possiamo sederci tra il pubblico”, ha detto il portavoce Roxy Farhat, mentre i dirigenti di Tv4 si sono congratulati con la sciatrice, con l’eroico operatore e con la regia che ha prontamente deviato dal fattaccio. “The revolution will not be televised”, scriveva nel 1970 Gil Scott-Heron, anticipando forse lo scontro titanico tra ribelli e telecamere antisommossa. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1514 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati