Chiamare uno che mi ripari tutto. Riempire un quaderno intero di sogni. Portare avanti la mia crociata contro l’attivismo performativo. Basta tètta. Imparare a dire “fine dela trasmisión”. Sciogliere i nodi. Salire a piedi. Continuare a boicottare. Fare un pupazzo di neve. Risolvere più cruciverba e rompicapi. Accordare il pianoforte e tutto il resto. Conoscere il mio amico Bartocci. Riuscire a fare un set di tazze, con il manico. Essere reintegrato nell’ordine dei giornalisti. Ascoltare Lana Del Rey con meno pigrizia. Continuare a lottare per la riapertura del consultorio di quartiere. Prepararmi sul Giappone. Dedicare più tempo a me stessa. Mettermi in regola con l’Ama. Coltivare. Rifornirmi di contenitori e comprare molto più spesso in negozi sfusi. Run Rome The Marathon 2024. Abbassare la pressione. Il rigatino. Non fare buoni propositi. Andare con il biondo e la bionda in Irlanda. “Vogliamo essere all’altezza di un universo senza risposte”. Fare spazio a nuove buone abitudini. Non spazientirmi. Svuotare la soffitta (regalo tavolo con cassetto 140 x 80). Frequentare un corso di astronomia. Parlare più lentamente e non far sibilare le esse. Tornare a viaggiare. Tenere a bada l’irascibilità. Avere più tempo per studiare. Restituire la cura e l’affetto ricevuti quest’anno. Più danza e meno ansia. Scimmia yoga due volte a settimana. Andare verso la grande estinzione il più serenamente possibile. Portare più spesso il coccodrillo in montagna. Riprendere la bici. Affrontare la burocrazia. Risignificare. Come ogni anno, questi sono i buoni propositi della redazione
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Questo articolo è uscito sul numero 1543 di Internazionale, a pagina 9. Compra questo numero | Abbonati