“Quando i giornali si occupano delle elezioni nei vari paesi del mondo, anche con accenni alle problematiche socioeconomiche del posto, quello di cui poi si sente la mancanza è cos’è successo dopo, chi ha vinto le elezioni. E noi lettori rimaniamo ‘appesi’. Per esempio, ero interessato alle elezioni in Finlandia.
E poi? Mi sono dovuto documentare in rete”, racconta un lettore, Stefano, in un’email alla redazione. Uno degli effetti collaterali dell’accelerazione del ciclo dell’informazione è che le notizie si consumano sempre più in fretta, si passa da una all’altra e ci si dimentica qual era il titolo d’apertura della prima pagina del giorno prima. Ma a volte il seguito di una notizia è perfino più importante della notizia stessa.
Cercare di capire cos’è successo dopo, come giustamente invita a fare Stefano, è essenziale. E anche capire cos’è successo prima. Perché le notizie sono sempre parte di un processo lungo e ampio.
Lo spiegava bene Giovanni Cesareo, uno dei maggiori studiosi italiani dei mass media, in un saggio intitolato Fa notizia: “Ogni evento è frutto di un processo e origine di un nuovo processo, cioè fa parte di una catena di eventi: quando si sceglie ciò che ‘farà notizia’, si ‘taglia’ questa catena a un certo stadio, a un certo livello. Il punto nel quale viene operato questo ‘taglio’ non dipende soltanto – e talvolta non dipende in alcun modo – da una presunta naturale evidenza dell’evento selezionato: dipende piuttosto sia dai riferimenti culturali e sociali che si adottano per stabilire ciò che conta, sia dalle possibilità che si hanno di seguire e osservare l’intera catena degli eventi”.
Da questa settimana, e fino a dopo l’udienza del 28 marzo a Budapest, Zerocalcare scriverà su Internazionale dei brevi aggiornamenti sulla vicenda di Ilaria Salis, la militante antifascista arrestata in Ungheria. Per descrivere l’intera catena degli eventi, e per tener viva l’attenzione su questa storia. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1553 di Internazionale, a pagina 3. Compra questo numero | Abbonati