Kohei Saito a Hachioji, vicino Tokyo, 9 luglio 2024. (Philip Fong, Afp)

“È un giovane marxista giapponese e ha scritto un libro sulla decrescita per dire che non è una decrescita del benessere che vogliamo, ma un benessere diverso. Questo libro ha venduto nel solo Giappone cinquecentomila copie. Hanno fatto un sondaggio e si è visto che questi cinque-centomila che hanno comprato il libro sono quasi tutti giovanissimi. Credo che questo ci possa rendere ottimisti. Ma lo possiamo essere se anche noi affrontiamo il problema della decrescita e chiariamo bene che la decrescita non è meno beni di consumo, vuol dire invece meno merci e più servizi, il che significa anche avere un altro modello di felicità. Di questo parlava Marx, peraltro: la felicità non consiste nel riempirsi di merci largamente superflue. La rivoluzione ormai è obbligatoria perché o andiamo verso la barbarie o riusciamo ad avviare un processo di cambiamento. E lo chiamo rivoluzionario perché qualsiasi cosa che voglia cambiare il sistema può essere definita rivoluzionaria”. Luciana Castellina, giornalista, scrittrice e soprattutto militante politica, ha 95 anni e nel documentario 16 millimetri alla rivoluzione, di Giovanni Piperno, parla così di Kohei Saito, filosofo giapponese di 37 anni che insegna all’università di Tokyo. Saito ha scritto vari libri, tra cui Il capitale nell’antropocene, che è quello a cui si riferisce Castellina e che sta per uscire in Italia da Einaudi. Saito sarà questo fine settimana a Ferrara, per l’incontro conclusivo del festival di Internazionale. Con lui doveva esserci anche Astra Taylor, giornalista e attivista statunitense, che però è rimasta bloccata in North Carolina, dove vive, per il passaggio dell’uragano Helene, che nel sudest del paese ha provocato in poche ore almeno 135 morti e più di 600 dispersi. A conferma, se ce ne fosse bisogno, della rilevanza delle questioni sollevate anche dallo stesso Saito sull’urgenza di pensare a nuovi modelli di sviluppo, e dunque di consumo, per affrontare la crisi climatica. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1583 di Internazionale, a pagina 7. Compra questo numero | Abbonati