Da tempo si paragona l’avvento di internet all’invenzione della stampa. In entrambi i casi una nuova tecnica ha ampliato enormemente il pubblico dei potenziali lettori. Da qualche anno questo paragone si è precisato secondo una declinazione politica: analogamente alla stampa, internet ha cambiato il modo di partecipare alla sfera pubblica. Ma come? Se fino a qualche tempo fa molti ritenevano che la rete potesse contribuire a creare nuove organizzazioni progressiste, oggi, osservando il controllo dei grandi gruppi sui social media e la loro capacità di influenzare le opinioni, ne diventa più evidente il volto cupo e reazionario. Andando in questa direzione, ma allargando la prospettiva, il libro mette in relazione l’assalto al congresso degli Stati Uniti nel 2021 con la rivolta che infiammò le campagne tedesche dal 1524. Nonostante le molte differenze (la prima fu sollecitata da un miliardario ex presidente, l’altra nacque in comunità che condividevano ogni giorno risorse primarie; una non fu repressa, l’altra sì), Filippi ci vede due momenti d’irruzione di una “rabbia” che stravolge “lo status quo imposto da chi detiene il potere”, una rabbia che emerge per effetto di un mutamento nelle modalità di comunicare. Tra i due capitoli dedicati ai due eventi un terzo traccia l’interessante storia del controllo dei mezzi di comunicazione nel corso degli ultimi cinque secoli. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1607 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati