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Un Oscar polacco

I responsabili dei nuovi Oscar hanno rinnovato una collana storica, con nuovi look e ambizioni. Oltre ai grandi volumi con tutta l’opera poetica (e non) dei maestri del novecento e ai ponderosi romanzi dell’ottocento, hanno idee originali e, come stavolta, entusiasmanti: per gli amanti della fantascienza, e per i lettori dei grandi polacchi. Lem è un contemporaneo di Gombrowicz e Brandys, di Wajda e Szymborska, e ha scritto capolavori di un “genere” nuovo, ma coniugato in modi non solo avventurosi, come il misterioso viaggio di Solaris, tra il chiaro e il molto oscuro di un mondo altro ma anche nostro. Sellerio offre ora Ritorno dall’universo, di cui aspettavamo da tempo la traduzione, mentre l’Oscar, a cura di Lorenzo Pompeo, è una grande raccolta di storie, non sempre brevi, che comprende le Memorie di un viaggiatore spaziale, i racconti Cyberiade ed Enigma, le Fiabe per robot e i divertenti viaggi dell’indimenticabile e bizzarro, swiftiano Pilota Pyrx. Filosofo d’uomini e macchine, di paure e speranze, del palese e del nascosto, della grandezza e miseria del genere umano, tra natura e tecnica e tra noto e ignoto, Lem è una lettura di cui non si dovrebbe fare a meno. In attesa che si traduca La voce del padrone, che pare il più politico dei suoi romanzi (è del 1968!), con un “messaggio che viene dallo spazio”. ◆

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