Dopo la riconquista di Kabul da parte dei taliban il 15 agosto del 2021, gli Stati Uniti avevano ancora quindici giorni per abbandonare il paese. Collaboratori del governo, traduttori, persone cresciute nell’Afghanistan moderato degli ultimi vent’anni si sono precipitati all’aeroporto della capitale per lasciare il paese, temendo una vendetta da parte dei taliban. Fuori le milizie sunnite sparavano in aria per disperdere la folla e scoraggiare l’ingresso, dentro decine di migliaia di afgani tentavano di salire su un aereo che li portasse in salvo. Nei giorni in cui il paese era in preda al caos, nei gruppi WhatsApp afgani circolava la notizia che qualcuno stava preparando un attentato suicida, ma il bisogno di fuggire era così forte che nessuno, né i cittadini né le truppe statunitensi, se n’è davvero preoccupato. L’attentato è avvenuto alle 5.36 del pomeriggio al gate Abbey, uccidendo 13 soldati americani e 160 civili afgani. Il podcast Kabul falling racconta diversi aspetti della caduta della capitale nell’agosto del 2021. In questa puntata si concentra sull’attentato suicida commesso da Abdul Rahman al Logari, fuggito qualche giorno prima da una prigione statunitense in fase di abbandono, che ha segnato inevitabilmente la fine della disastrosa occupazione occidentale dell’Afghanistan.
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Questo articolo è uscito sul numero 1478 di Internazionale, a pagina 96. Compra questo numero | Abbonati