Cavriago è una cittadina a pochi chilometri da Reggio Emilia. A metà dell’ottocento era abitata da braccianti e montanari scesi dagli Appennini in cerca di lavoro. Proprio per la classe sociale degli abitanti e per l’attività politica del reggiano Camillo Prampolini, in quegli anni Cavriago diventò uno degli epicentri del socialismo italiano. Il segno più evidente di questa vocazione politica era un busto di bronzo posto su un piedistallo che ritraeva Vladimir Ilič Uljanov, detto Lenin, al centro di una piazza che porta il suo nome. Oggi quella statua è oggetto del turismo di Instagram, che porta persone in città per farsi i selfie con il busto sovietico. Ma al tempo stesso la destra vorrebbe rimuoverla in quanto simbolo anacronistico di una “dittatura sanguinaria”. In realtà quel busto, riproduzione dell’originale custodito nella biblioteca, ha una storia preziosa che collega questo piccolo centro emiliano alla Rivoluzione d’ottobre ed è una delle poche statue rimaste al mondo a essere stata forgiata mentre Lenin era ancora in vita. Eleonora Sacco e Angelo Zinna, già autori del podcast Cemento ed entrambi nati dopo la caduta dei regimi sovietici, ricostruiscono con questo progetto ambizioso le complesse fila della storia del socialismo internazionale, del paese di Cavriago, dei suoi abitanti e del culto feticista per le statue di Lenin. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1496 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati