Chihiro, Totoro e Ponyo sono pronti per la foto. Annunciato da anni, il parco divertimenti della casa di produzione di animazione giapponese Studio Ghibli ha aperto i battenti il 1 novembre vicino a Nagoya, a circa trecento chilometri da Tokyo. Un parco però che non somiglia a Disneyland o agli Universal studios. “È senza attrazioni. In realtà è una passeggiata”, annuncia uno dei creatori del parco, Gorō Miyazaki, durante una presentazione in anteprima. E in effetti non ci sono giostre, grandi ruote panoramiche né montagne russe. Lo scopo è entrare nelle scenografie dei film, passeggiare e incontrare qui e là delle creature inventate dal regista Hayao Miyazaki per i suoi film o da altri artisti di questo studio famoso in tutto il mondo. Tre spazi sono già stati completati, mentre altri due sono ancora in costruzione. Il più importante, che occupa un edificio su diversi livelli, si chiama Grande magazzino.

“Abbiamo realizzato moltissime scenografie e oggetti per le mostre al museo Ghibli di Mitaka, nella periferia di Tokyo, e non sapevamo che farne. Ora sono qui, in questo magazzino, e ne arriveranno altre”, racconta Gorō, figlio di Hayao e anche lui regista di film di animazione (La collina dei papaveri, Earwig e la strega). Così sono state ricostruite a grandezza naturale quattordici scenografie tratte da tredici film dello Studio Ghibli: luoghi per farsi fotografare. Si può salire sul treno della Città incantata o sedersi accanto allo spirito “senza volto”. Oppure correre sull’acqua con Ponyo o ancora posare davanti a un aereo in compagnia del protagonista di Si alza il vento. Il Grande magazzino accoglie anche uno spazio per i bambini, con un gatto-bus in peluche, come quello di Il mio vicino Totoro, e un cinema in cui sono proiettati dei cortometraggi dello studio.

Da una scena all’altra

A una quindicina di minuti a piedi, attraverso ripidi sentieri e ponticelli di legno, il visitatore può arrivare a un secondo spazio, la Foresta Dondoko, dove troverà un Totoro di legno alto più di cinque metri in cui i bambini possono arrampicarsi e guardare dall’alto gli adulti attraverso i denti del personaggio. A poca distanza c’è la casa di Satsuki e Mei, le due sorelle protagoniste di Il mio vicino Totoro. La casa, già costruita in questo stesso posto per l’esposizione universale del 2005, comprende una cucina, un bagno, delle stanze da letto ed è in tutto e per tutto simile a una casa tradizionale dell’epoca Shōwa (1926-1989), anche se non può essere del tutto fedele a quella del cartone animato, abitata da orde di “nerini del buio”, spiritelli della fuliggine che corrono lungo i muri.

Altri dieci minuti a piedi e si arriva sulla Collina della giovinezza, in un edificio rosa, che ospita il negozio di antiquariato di I sospiri del mio cuore, film del 1995 realizzato da Yoshifumi Kondō. Qui si può incontrare il Barone, il gatto dagli occhi chiari. Altri due spazi sono ancora incompleti, uno dedicato alla principessa Mononoke (l’apertura è prevista per l’autunno 2023), l’altro alle streghe create nello Studio Ghibli (primavera 2024). Ma tutti questi spazi occupano solo 3,4 ettari, che diventeranno sette una volta finiti i vari progetti, disseminati in un parco di 194 ettari, che non ha nulla a che vedere con lo studio di animazione: è nel giardino di commemorazione dell’esposizione universale del 2005, dove tutti possono passeggiare liberamente.

Parco Ghibli, ottobre 2022 (Tomohiro Ohsumi, Getty)

“Ci sono voluti cinque anni per progettare il parco”, confida Gorō Miyazaki, per il quale questo spazio deve essere soprattutto un incontro tra la natura e l’universo Ghibli, che la venera. “Una delle ragioni che mi hanno spinto a progettarlo è stato l’annuncio nel 2013 di mio padre Hayao di voler andare in pensione. Volevamo che rimanesse qualcosa di tangibile delle sue opere, con l’idea che forse dopo di lui lo studio non avrebbe più prodotto dei lungometraggi. Be’, ancora una volta ho avuto l’impressione di essere stato preso in giro, perché mio padre ha pensato bene di fare un altro film. Meglio così”, precisa Gorō, che si è lanciato in una carriera di regista sotto l’occhio critico del patriarca capriccioso.

Di fatto il nuovo film del maestro – un adattamento del famoso romanzo di Genzaburō Yoshino intitolato E voi come vivrete? – è in lavorazione dalla fine del 2016 e non uscirà prima del 2023. Hayao Miyazaki ha ormai 81 anni e non ha alcuna intenzione di affrettarsi per un’opera sulla libertà d’espressione, sulla giustizia e sul militarismo strisciante. Tutti lo aspettano, ma nessuno può mettergli fretta per quella che sarà forse la sua ultima opera di animazione, tanto più che lo studio non ha particolari problemi economici. Inoltre, mentre il suo complice iniziale, Isao Takahata (autore di Una tomba per le lucciole, I miei vicini Yamada e altri film) è morto, così come il suo potenziale successore Yoshifumi Kondō, lo Studio Ghibli non ha un erede vero e proprio. Quello naturale è ovviamente Gorō, ma i film che ha firmato fanno capire che farà fatica a mantenere il carattere innovativo che aveva caratterizzato l’opera del padre.

Un’esperienza per pochi

Nel frattempo si occupa del progetto del parco con le autorità della prefettura di Aichi, che sostengono il progetto, e il governatore, che sogna di attirare folle di visitatori da tutto il Giappone e dall’estero. “Dopo l’esposizione universale del 2005 era difficile far venire molta gente in questo giardino lontano da tutto”, osserva Sayako, un’abitante della regione. Così è nata l’idea di collaborare con lo studio di animazione. Ma anche se gli appassionati giapponesi dei film Ghibli non si lasceranno sfuggire l’occasione per visitarlo, la concezione stessa del parco alimenta tanti dubbi.

La passeggiata può durare un’intera giornata, ma la visita delle “attrazioni” si fa in meno di due ore, a cui vanno aggiunti i tempi di attesa. Bastano meno di quindici persone per riempire la casa di Mei e Satsuki, o il negozio di antiquariato. Il tempo concesso a ognuno per guardare e scattare foto è breve, e l’affollamento rischia di essere snervante, un problema che riguarda anche il museo Ghibli di Mitaka e molti altri luoghi turistici giapponesi. Inoltre, manca qualsiasi spiegazione delle scene, dei personaggi e degli oggetti esposti.

L’attuale sistema di prenotazione, che è l’unico mezzo di accesso alle attrazioni del parco, accetta solo cinquemila visitatori al giorno, con un orario di entrata predefinito. Per ora i biglietti sono in vendita solo in Giappone. Il 10 di ogni mese i visitatori per il mese successivo sono estratti a sorte tra chi si è prenotato, mentre non è ancora possibile la prenotazione dei biglietti dall’estero. Per quanto riguarda poi i treni e le metropolitane per arrivare al parco dalla stazione di Nagoya, la mattina sono molto affollati e impraticabili con dei bambini. ◆ adr

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Questo articolo è uscito sul numero 1485 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati