Campi brulli
boschi intirizziti
colline che si ripetono
come il morente desiderio
di andartene di essere un altro
ma invece proprio qui
sotto questo cielo fosco
che non promette niente
puoi finalmente parlare
a nome tuo
o semplicemente guardare
i germogli nella terra
la vita che nasce
più estranea della morte
chi crederebbe
che un tempo su questi campi
la morte imperversasse in tedesco
che la vita imprecasse in inglese
chi parla in queste lingue ora
non lo sai
e non c’è a chi domandare
nelle case uniformi
sparse per le colline
non entra nessuno
e nessuno esce
le automobili parcheggiate
restano nuove di zecca
Kiril Vasilev è un poeta e un saggista bulgaro nato a Sofia nel 1971. Questo testo è tratto dalla sua quarta e più recente raccolta, Šestvieto (“La processione”, DA 2021), per la quale Vasilev ha ricevuto il premio di poesia Konstantin Pavlov. Traduzione dal bulgaro di Alessandra Bertuccelli.
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Questo articolo è uscito sul numero 1500 di Internazionale, a pagina 98. Compra questo numero | Abbonati