L’autunno non è un periodo favorevole a Emmanuel Macron. Fin dal 2018, quando l’aumento della tassa sulle emissioni ha innescato la crisi dei gilet gialli, il presidente francese osserva con attenzione le temperature sociali di questa stagione. Macron farebbe bene a riflettere su un dato in particolare: il 79 per cento delle persone intervistate dall’istituto Viavoice per conto di Libération ritiene che ci saranno dei “movimenti sociali importanti quest’inverno” a causa di “inflazione, aumento del costo della vita e dell’energia”. Lo sciopero del 18 ottobre suona come un avvertimento per Macron e la sua prima ministra Élisabeth Borne.
Dopo una prima giornata di mobilitazione sui salari il 29 settembre, il fronte sindacale (di cui non fa parte la Confederazione francese democratica del lavoro, o Cfdt, il primo sindacato del paese) è riuscito a coinvolgere in pochi giorni diversi settori, in risposta alle precettazioni imposte nelle raffinerie di Esso-ExxonMobil e TotalEnergies, i cui lavoratori sono in sciopero per chiedere un aumento dei salari. “La questione sociale sarà sempre più all’ordine del giorno, nelle famiglie e nelle strade”, osserva Adrien Broche di Viavoice, secondo il quale “le passioni politiche si sono nuovamente scatenate”.
Certo, il movimento sindacale non sembra destinato a mettere radici, almeno nei prossimi giorni. Finora non è stata annunciata una data per la prossima mobilitazione. “Lo sciopero è stato un fiasco”, ha commentato un membro del governo. “Ma siamo estremamente prudenti, non vogliamo gettare benzina sul fuoco”. In primo luogo perché lo sciopero nei depositi di carburante e le difficoltà nelle stazioni di servizio vanno avanti. Borne ha ammesso che un quarto dei benzinai è ancora a corto di carburante, contraddicendo la promessa di Macron secondo cui tutto sarebbe tornato alla normalità entro la settimana. Poi perché questa giornata ha permesso ai sindacati di tastare il polso della loro base. “Siamo in un conflitto sociale classico”, si rassicura un deputato di Renaissance, il partito di Macron. “Ci sono l’inflazione e le rivendicazioni sociali. Niente di nuovo sotto il sole”.
Misure insufficienti
La maggioranza di governo può quindi valutare le forze che dovrà affrontare quando metterà sul tavolo la riforma delle pensioni, entro la fine dell’anno. La Cgt e la Cfdt non manifesteranno insieme, ma stanno cercando di mettere da parte le differenze in vista della riforma, a cui entrambi si oppongono. La Nuova unione popolare ecologica e sociale (Nupes), l’alleanza di sinistra guidata da Jean-Luc Mélenchon, si è rilanciata con la manifestazione contro il carovita del 16 ottobre a Parigi, e ha pronta una mozione contro la decisione del governo di forzare l’approvazione della legge di bilancio ricorrendo all’articolo 49 della costituzione.
“Il governo avrebbe potuto agire quest’estate, quando è emersa la questione dei salari”, sostiene Alexis Corbière, del partito di sinistra La France insoumise. Borne ha assicurato che l’esecutivo “ascolta le preoccupazioni dei francesi”, e il ministro del lavoro Olivier Dussopt ha affermato che “il governo sta proteggendo il potere d’acquisto come non ha mai fatto nessuno”, citando in particolare “l’aumento dell’otto per cento del salario minimo”, il blocco al rincaro delle bollette e lo sconto di trenta centesimi sul carburante, prorogato fino alla fine dell’anno.
Peccato che per i francesi queste misure non siano sufficienti: secondo il sondaggio di Viavoice, il 67 per cento degli intervistati ritiene che il tema del “potere d’acquisto” dovrebbe essere la priorità del governo. Il 64 per cento ritiene che “l’esecutivo non stia facendo abbastanza contro l’inflazione”. Quasi sei persone su dieci “temono di avere freddo quest’inverno”. “Le nostre più grandi preoccupazioni sono l’elettricità e il gas”, concorda un ministro. Per le famiglie, non essere in grado di riscaldare la propria casa comporterebbe una terribile sensazione di declassamento sociale. Appena il dieci per cento “non prevede di dover fare sacrifici” quest’inverno. Solo una piccolissima minoranza di francesi, quindi, si considera al sicuro. ◆ ff
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Questo articolo è uscito sul numero 1483 di Internazionale, a pagina 26. Compra questo numero | Abbonati