Le preoccupazioni degli elettori per la sua età e la sua lucidità mentale sono da tempo il principale punto debole di Joe Biden. Il 9 febbraio il presidente ha ricevuto ottime notizie dal punto di vista giudiziario, visto che il procuratore speciale Robert Hur ha deciso di non incriminarlo per la negligenza nella gestione di documenti riservati all’epoca in cui era vicepresidente. Ma il rapporto di Hur lo ha messo molto in difficoltà a livello politico. Secondo il procuratore, nel corso degli interrogatori Biden aveva fatto molta fatica a ricordare eventi, anche importanti, del passato. Nel rapporto il presidente è definito un “anziano simpatico e ben intenzionato con una pessima memoria”.
In una conferenza stampa che si è tenuta subito dopo le rivelazioni sui contenuti del rapporto, Biden ha cercato di contestare la descrizione del suo stato di salute fatta da Hur. “Non ho nessun problema di memoria”, ha dichiarato, anche se durante lo stesso intervento ha parlato del presidente dell’Egitto Al Sisi definendolo “presidente messicano”. Di recente Biden aveva commesso un errore simile a un evento per una raccolta fondi: riferendosi a Emmanuel Macron, presidente francese, e ad Angela Merkel, ex cancelliera tedesca, li aveva confusi con François Mitterrand e Helmut Kohl, due politici morti da tempo.
Negli ultimi mesi anche l’ex presidente Donald Trump, nettamente favorito per ottenere la nomination del Partito repubblicano in vista delle elezioni presidenziali, ha fatto confusione sull’identità di importanti figure politiche: ha scambiato la sua principale avversaria alle primarie Nikki Haley con Nancy Pelosi, l’ex presidente della camera dei rappresentanti, e in seguito ha confuso i leader di Turchia e Ungheria. Tuttavia, i sondaggi indicano che gli elettori considerano la salute mentale e fisica di Biden (81 anni) più compromessa rispetto a quella di Trump (77 anni).
Secondo un rilevamento della Nbc pubblicato il 9 febbraio, prima della diffusione del rapporto di Hur e della risposta di Biden, il 75 per cento degli elettori aveva dubbi importanti (61 per cento) o moderati (14 per cento) sullo stato fisico e mentale del presidente. Nel caso di Trump le percentuali si dimezzavano. Piuttosto, l’ex presidente preoccupava gli elettori soprattutto per i processi penali in cui è imputato (61 per cento).
Biden, il presidente più anziano nella storia degli Stati Uniti, non è l’unico politico di Washington avanti con gli anni. Al congresso ci sono molti parlamentari che hanno superato abbondantemente gli ottant’anni. Alcuni sembrano lucidi ed energici, altri meno. L’invecchiamento ha effetti diversi sui singoli individui e l’età non è necessariamente un indicatore della capacità di svolgere lavori di grande responsabilità. Resta il fatto che il presidente statunitense è il più potente leader politico del pianeta e svolge un lavoro estremamente impegnativo.
Il nome del figlio
Gli avvocati di Biden hanno criticato i tanti riferimenti alla memoria del presidente inseriti nelle conclusioni di Hur, dichiarando che la sua “incapacità di ricordare dati o dettagli di eventi successi anni fa non è né sorprendente né insolita”, soprattutto se si parla di tanti documenti conservati in residenze diverse. I consiglieri politici del Partito democratico hanno cercato di far passare il rapporto di Hur come un attacco politico, sostenendo che il procuratore speciale, di orientamento conservatore, si è spinto ben oltre le sue prerogative.
I collaboratori di Biden cercano da tempo di limitare le interazioni del presidente con i mezzi d’informazione. Nei più di tre anni del suo mandato, il presidente ha tenuto solo 33 conferenze stampa, rispetto alle 88 di Trump (un mandato) e alle 163 di Obama (due mandati). Nella maggior parte dei casi in cui Biden ha accettato di rispondere alle domande dei giornalisti in contesti sia formali sia informali, le interazioni sono state innocue e hanno dato la sensazione che la Casa Bianca cercasse di essere trasparente, un elemento fondamentale per il funzionamento della democrazia.
Ma situazioni simili comportano una serie di rischi. Nella conferenza stampa del 9 febbraio Biden ha detto di essere rimasto particolarmente amareggiato dai riferimenti a suo figlio Beau, la cui morte nel 2015 è stata indicata dal procuratore speciale come una ragione per non perseguire il presidente. “Come diavolo si è permesso di parlarne?”, ha tuonato Biden.
Mentre i giornalisti cercavano di fargli domande sulla sua memoria, la conferenza stampa potrebbe aver rafforzato le preoccupazioni degli elettori, oltre a produrre alcuni momenti spiacevoli. Una domanda particolarmente aggressiva di Peter Doocy, un giornalista di Fox News, ha mostrato la difficoltà di Biden nel rispondere. “Fino a che punto la sua memoria è compromessa? È ancora in grado di fare il presidente?”, ha chiesto il giornalista. Biden ha deciso di contrattaccare: “La mia memoria è talmente pessima che ho deciso di lasciarti parlare”. ◆ as
◆ Perché gli elettori statunitensi sono preoccupati dall’età di Joe Biden (81 anni) ma non da quella di Donald Trump (77 anni)? Secondo gli esperti, un motivo ha a che fare con l’aspetto fisico. “Biden ha una voce più roca, i capelli sottili e bianchi, si muove in modo esitante, dando un’impressione di fragilità”, scrive il New York Times. “Trump, al contrario, non sembra subire gli effetti del tempo in modo così visibile. Si tinge i capelli ed è abbronzato in modo innaturale. È alto e usa la sua fisicità per trasmettere forza. Nei comizi balla e tiene discorsi che spesso durano più di un’ora”. In secondo luogo, spiega Time, “Trump fa commenti stravaganti di continuo, ma la frequenza delle sue apparizioni pubbliche riduce l’impatto di queste dichiarazioni sugli elettori. Al contrario, molti hanno la sensazione che Biden eviti di esporsi”. Potrebbe incidere anche il fatto che Trump è in politica da molto meno tempo di Biden, eletto per la prima volta al congresso nel 1972. Nel caso dell’ex presidente gli elettori indecisi potrebbero essere più preoccupati dalle sue posizioni radicali. Di recente, durante un comizio, Trump ha detto che nel caso di un attacco della Russia gli Stati Uniti non difenderebbero un paese della Nato che non ha contribuito come dovuto al bilancio dell’alleanza, aggiungendo: “Al contrario, incoraggerei i russi a fare quello che vogliono. Dovete saldare i vostri debiti!”.
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Questo articolo è uscito sul numero 1550 di Internazionale, a pagina 28. Compra questo numero | Abbonati