Nel film Interstellar c’è una scena bellissima in cui il pilota della Nasa che ha il compito di salvare l’umanità passa i suoi auricolari al compagno di viaggio, un fisico spaventato dai pericoli dello spazio. Lo scienziato ascolta, insieme al pubblico, i suoni terrestri: grilli, pioggia, tuoni. La scena serve a calmare il personaggio, ma anche a ricordare a tutti noi che la Terra è rumorosa, mentre il resto del sistema solare – anzi, dell’universo – non lo è. Il suono è uno dei tanti modi in cui il nostro pianeta rientra nella descrizione di Carl Sagan: “Un puntino solitario nel grande buio cosmico che ci circonda”.
Inviare un microfono nello spazio potrebbe quindi sembrare strano, ma gli scienziati e gli ingegneri l’hanno fatto. Dopo aver montato due microfoni sul rover Perseverance, diretto su Marte, l’hanno sganciato sul bordo di un cratere, in un’area che miliardi di anni fa era un delta fluviale. Perseverance, arrivato sul pianeta rosso nel 2021, si è sgranchito le ruote e ha cominciato a lavorare, cioè ad analizzare rocce dall’aspetto interessante, tenendo accesi i microfoni. Poi ha inviato le registrazioni agli scienziati, che si sono messi le cuffie e hanno premuto il tasto play.
Una lieve brezza
All’inizio non si sentiva niente e agli scienziati è venuto il dubbio che i microfoni fossero guasti. Ma dopo un po’ hanno sentito il ronzio del braccio robotico del rover, lo scricchiolio delle ruote sul terreno, il crepitio del laser che frantumava una roccia e lo sbuffo di uno strumento che soffia via i materiali residui. Più distante si percepiva il rumore delle pale del drone Ingenuity, un veicolo sperimentale che ha volato su Marte. E poi, tra tutti questi rumori meccanici, è comparso il lieve fruscio di una brezza.
Ascoltare i suoni di un altro pianeta permette ai ricercatori di studiare l’interazione tra gas atmosferici, pressione di superficie e temperatura, che conoscono bene sulla Terra. Grazie alle registrazioni, hanno analizzato per la prima volta le caratteristiche dei suoni su Marte, confermando le previsioni secondo cui si muoverebbero più lentamente, per via dell’atmosfera fredda e rarefatta, composta soprattutto da anidride carbonica. Dallo studio è emerso anche che i suoni, soprattutto quelli acuti, non vanno lontano. In condizioni di bassa pressione “è difficile far vibrare le molecole più distanti, quindi c’è silenzio”, spiega Nina Lanza, geologa planetaria del Los Alamos national laboratory, negli Stati Uniti. I suoni di Marte cambiano in base alla stagione: la regione in cui si trova Perseverance sta per entrare nell’autunno marziano e i cambiamenti nella pressione atmosferica renderanno il vento più rumoroso.
David Mimoun, lo scienziato dell’Institut supérieur de l’aéronautique et de l’espace francese che ha coordinato la messa a punto del microfono principale di Perseverance, racconta che all’inizio l’idea dei microfoni ha incontrato una certa resistenza, perché in molti dubitavano della loro utilità scientifica. Mimoun era invece convinto che potessero fornire dati importanti e a quanto pare aveva ragione. I suoni hanno permesso agli scienziati d’imparare molte cose sull’ambiente marziano. Il rumore del laser che frantuma una roccia, per esempio, cambia in base alla composizione del minerale. I dati acustici hanno permesso di conoscere meglio il materiale analizzato, dice Lanza. Le registrazioni sono utili anche per verificare lo stato di salute di Perseverance: se arrivano rumori strani è possibile valutare tempestivamente eventuali danni.
I microfoni sarebbero stati preziosi anche se non avessero fornito importanti informazioni scientifiche. Dato che la grande maggioranza degli esseri umani non ha l’opportunità di viaggiare nello spazio, possiamo almeno ascoltare i suoni di altri pianeti, entro i limiti della tecnologia e delle condizioni atmosferiche. Io vorrei ascoltare il boato di un’eruzione su Venere, il rumore del metano che lambisce le rive dei laghi di Titano (una luna di Saturno) e le folate di vento che in autunno soffiano su Marte. A differenza di una videocamera ad alta risoluzione, un microfono è più facile da trasportare e può svelare meraviglie. ◆ sdf
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Questo articolo è uscito sul numero 1459 di Internazionale, a pagina 101. Compra questo numero | Abbonati