Per la prima volta negli Stati Uniti un embrione congelato è stato riconosciuto come una persona giuridica a cui spettano precisi diritti. I giudici della corte suprema dell’Alabama, tutti conservatori, hanno stabilito che non solo un feto (cioè il prodotto del concepimento dal termine dell’ottava settimana di gravidanza in poi), ma anche un embrione fecondato in laboratorio sono equiparabili a un “bambino non nato”. Di questo passo i gruppi antiabortisti potrebbero riuscire a mettere fuorilegge sia l’interruzione di gravidanza sia la fecondazione in vitro (fivet).

I giudici dell’Alabama erano stati chiamati a pronunciarsi dopo che tre coppie avevano denunciato per omicidio colposo un laboratorio che aveva inavvertitamente distrutto alcuni embrioni. Gli embrioni presi in esame erano ovuli fecondati all’esterno dell’utero e conservati da una clinica della fertilità in attesa di essere impiantati nell’utero delle donne. Gli avvocati delle coppie hanno definito gli embrioni, tenuti in azoto liquido, “bambini embrionali” e “vite umane”. Il loro punto di vista è stato accolto dai giudici, come dimostra il fatto che la sentenza contiene ripetuti riferimenti ai “figli extrauterini”.

Il caso esaminato in Alabama è il culmine di una campagna aggressiva contro l’aborto. I giudici hanno basato la loro decisione in parte su un emendamento del 2018 alla costituzione dello stato che garantisce “i diritti dei nascituri”. Subito dopo quel voto il direttore del gruppo antiabortista Alliance for a pro-life Alabama aveva dichiarato che la modifica avrebbe “permesso di prendere importanti decisioni sull’aborto” se la corte suprema federale avesse cancellato la sentenza Roe contro Wade, che nel 1973 aveva legalizzato l’interruzione di gravidanza in tutto il paese. È successo a giugno del 2022. La sentenza dei giudici dell’Alabama potrebbe mettere fine alla fivet e potenzialmente anche ad altre cure per la fertilità nello stato. Una nota presentata dall’Alabama medical association ha spiegato che nella fecondazione in vitro è pratica comune prelevare e fecondare più ovuli e poi congelare gli embrioni che non vengono impiantati, evitando così di sottoporre le pazienti a ulteriori cure ormonali per la stimolazione e la produzione di ovuli e al prelievo chirurgico, nel caso in cui il primo tentativo non produca gli effetti sperati. Alcune coppie scelgono di conservare gli embrioni non impiantati per future gravidanze, mentre altre li donano alla ricerca scientifica.

La sentenza quindi ostacola l’autonomia riproduttiva delle coppie, perché potrebbe imporre la conservazione a tempo indeterminato degli embrioni congelati, “anche dopo la morte della coppia che si è sottoposta al trattamento, ma anche dopo la morte dei loro figli, dei loro nipoti e dei loro bisnipoti”, sostiene l’associazione.

Greg Cook, l’unico giudice della corte suprema dell’Alabama che si è espresso contro la sentenza, ha detto: “Nessuna istituzione medica in Alabama continuerà a offrire la possibilità di creare e crioconservare embrioni sapendo di doverli gestire a tempo indeterminato, con il rischio d’incorrere in un processo per omicidio colposo e in pesanti sanzioni”.

Obiettivi reali

Alcuni pensano che la sentenza dell’Alabama non avrà effetti finché non si esprimerà la corte suprema federale. Mary Ziegler, storica ed esperta di diritti riproduttivi, non è d’accordo. Secondo lei “la decisione del tribunale potrebbe creare un precedente per gli altri stati conservatori, pronti a sostenere l’idea che gli embrioni abbiano lo stesso status giuridico delle persone. Questo renderebbe molto difficile il ricorso alla fivet in molte zone del
paese”. La sentenza inoltre alimenterà gli sforzi delle associazioni antiabortiste per ottenere il riconoscimento dei diritti del feto nella costituzione federale.

La sentenza dell’Alabama lascia aperta anche un’altra questione. Se un embrione congelato è equiparabile a un bambino e dunque non può essere distrutto, cosa succede con gli embrioni non impiantati? I giudici hanno trascurato il problema, sostenendo che non ritenevano necessario occuparsi delle “implicazioni amministrative della gestione dei bambini extrauterini in quanto esseri umani”. Erano più interessati a questioni teologiche, sostenendo che la legge riconosce “che anche prima della nascita, tutti gli esseri umani portano l’immagine di Dio, e la loro vita non può essere distrutta senza cancellare la sua gloria”. Di conseguenza è lecito farsi una domanda: diventerà possibile in alcuni stati “adottare” un embrione?

In realtà questa pratica esiste già. Alcuni programmi usano “i valori cristiani” per determinare chi può adottare un embrione, in modo da discriminare le coppie gay, come succede nel caso delle adozioni di bambini. Pochi mesi fa la rivista Christianity Today si chiedeva se l’adozione di un embrione potesse rappresentare “la prossima frontiera del movimento pro- life”. I servizi di adozione cristiani hanno perfino coniato un nome per gli embrioni: “Bambino fiocco di neve”.

Una delle persone nate così, una ragazza che si chiama Hannah, ha depositato una memoria alla corte suprema in cui raccontava la storia della sua adozione, per sostenere che la vita comincia con il concepimento. In quest’ottica il linguaggio usato nella sentenza dell’Alabama diventa meno sorprendente. D’altronde questo è sempre stato il percorso degli antiabortisti. Solo che stavolta stanno ottenendo quello che vogliono prima ancora che la maggioranza delle persone si accorga di quali sono i loro obiettivi reali. ◆ as

Da sapere
Critiche da destra

◆ “La sentenza della corte suprema dell’Alabama sugli embrioni congelati è stata criticata anche da alcuni politici di destra”, scrive la Cnn. Donald Trump, in vantaggio nelle primarie del Partito repubblicano, si è schierato contro la decisione dei giudici. Ha detto che il parlamento dell’Alabama dovrebbe difendere la fecondazione in vitro, perché l’obiettivo dei repubblicani è “rendere più facile per madri e padri avere figli”. Anche Nikki Haley, unica sfidante di Trump alle primarie, ha criticato la sentenza. “Queste posizioni, in contrasto con la linea del partito degli ultimi anni, si spiegano con il fatto che le politiche che limitano i diritti riproduttivi sono impopolari e potrebbero danneggiare i repubblicani alle elezioni”, conclude la Cnn.


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Questo articolo è uscito sul numero 1552 di Internazionale, a pagina 21. Compra questo numero | Abbonati