I libri italiani letti da un corrispondente straniero. Questa settimana Michael Braun del quotidiano berlinese Die Tageszeitung.

Corso Trieste è il viale che dà il nome al quartiere romano Trieste-Salario. Da quelle parti crescono Fabio, nato nel 1963, e il fratellino Tommaso, di dieci anni più piccolo. Tutti e due frequentano, in corso Trieste, prima le medie e poi il liceo Giulio Cesare. Stesso quartiere, stesse scuole, ma due vissuti molto diversi, per via della differenza di età. Il romanzo Corso Trieste, scritto a quattro mani, parla dei caldi anni settanta, della guerra civile a bassa intensità fra ragazzi di sinistra e di destra, della violenza onnipresente. E parla degli anni ottanta-novanta quando lo scontro politico si spegne e lascia spazio a nuove sperimentazioni culturali. Fabio scopre altri mondi, in Asia e non solo, dedicandosi allo studio delle religioni orientali, degli eretici cristiani, mentre per Tommaso – diventato poi famoso come Piotta, quello di Supercafone – i nuovi orizzonti sono musicali, quelli del rap e dell’hip-hop. Raramente quegli anni sono stati raccontati con gli occhi dei bambini e degli adolescenti che li hanno vissuti. Un libro bellissimo, ma anche commovente: è stato scritto dopo la morte di Fabio nel 2022. Ma Fabio c’è eccome, grazie ai diari e ai tanti scritti che ha lasciato. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1581 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati