Ho avuto le prime mestruazioni alle scuole elementari, una croce che mi ha garantito il privilegio di poter usare il bagno delle maestre. Con le mestruazioni, è cresciuto un corpo che ho imparato prima a nascondere, poi a scoprire, a gestire sempre. All’educazione sessuale che è seguita sono stata iniziata dal ritrovamento di una copia di Porci con le ali di Lidia Ravera e Marco Lombardo Radice, ben nascosta nella libreria di casa. L’esordio di Veronica Pacini è un’occasione per ripercorrere le stazioni della processione che sono stati il mutamento, la scoperta e la percezione del nostro corpo. Passiamo in rassegna queste tappe con Erica da quando, a cinque anni, percepisce il proprio corpo per la prima volta e per la prima volta ne ha vergogna. Da quel momento quell’ammasso di carne e cultura è torturato, nascosto, mistificato e rifiutato. Per espiarne la vergogna, Erica lo sacrifica, lo umilia, lo controlla e lo offre. Pacini ha scritto un libro di formazione adottando come taglio il rapporto della protagonista con il corpo, il suo e quello delle altre. Mantenere un solo filtro per tutto il romanzo è difficile e ogni tanto il testo sembra sfuggire al controllo dell’autrice, ramificandosi in una serie di sottotrame. Ma non è importante: senza perdersi in ambizioni educative, l’autrice racconta la costellazione di eventi che formano davvero i corpi delle donne, ben oltre la loro fisicità. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1466 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati