Un padre burbero, sempre abbronzato, che ama stare in mezzo alla gente, e a cui ogni estate la pancia diventa più rotonda; una madre che si logora dietro alla cucina, concedendosi un gelato di notte e qualche bottiglia di vino di giorno. Poi c’è Gullit, all’anagrafe Alessandro, che parla solo con il fratello, e non apre bocca con nessun altro. Nasce già malinconico, cresce vivendo e nutrendosi di solitudine, e passa gran parte del tempo in casa, “come se volesse nascondersi dalla vita”. Non lo appassiona quasi niente, ma guarda il mondo senza filtri, sempre con gli occhi di un bambino. Intanto passano gli anni e le estati, e il Bagno Beatles, a Cesenatico, di cui sono proprietari i genitori, attira gente e si espande. L’esordio di Francesco Zani, classe 1991, è una lunga lettera sull’affetto tra fratelli, un romanzo che attraversa le stagioni e racconta l’incomunicabilità di una famiglia consumata da un lavoro usurante. Sullo sfondo la storia italiana vista attraverso lo sport, dalla classicissima Italia-Germania del 1970, con il gol di Rivera, ai mondiali del 2014, con l’Italia eliminata dall’Uruguay. Per tutto il romanzo aleggia il sentore di una storia che vuole imporsi d’insegnare qualcosa, ed è forse l’unico difetto di un libro altrimenti malinconico ma dolce. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1499 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati