Simone Salomoni
Operaprima
Alter Ego, 176 pagine, 15,20 euro

Penso che la maggior parte dei libri presenti uno scoglio nella lettura. In questo caso è il primo capitolo, almeno per qualcuno non avvezzo a periodi così lunghi, in un miscuglio di discorso diretto e indiretto. Dal secondo capitolo si rimane impigliati nello scheletro, e una volta che ci sembrerà di aver preso le misure alla scrittura di Simone Salomoni, questa ci spiazzerà, cambiando di nuovo, dispensando indizi, seminando tracce. Siamo a Monghidoro, sull’Appennino bolognese, e il romanzo raccoglie le confessioni di un pittore di quasi quarant’anni sul suo incontro con un altro artista, un giovane che ha lo stesso nome dell’autore. Quel che sappiamo del ragazzo è mediato da alcuni racconti che ha scritto e che – oltre a creare un altro punto di vista – inframmezzano i monologhi del narratore. Lo scopo del suo raccontare è la ricerca della verità sulla relazione a tratti ossessiva che lega i due, anzi, di una delle sue possibili versioni visto che il narratore si rivela inaffidabile. È un incontro-scontro che si focalizza sui corpi, in senso fisico e sessuale, sull’arte, visuale e letteraria. La stessa scrittura rispecchia questa ricerca compulsiva, nella verbosità, nella prosa totalizzante, nel ritmo progressivamente più travolgente. L’esordio di Salomoni è complesso, ma colpisce la consapevolezza con cui gestisce l’ambiguità di chi cerca sempre la verità. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1534 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati