La protagonista di questo romanzo è una bambina di otto anni, Ainhoa, che porta il lettore in un viaggio sensoriale attraverso Esmeraldas, una delle province più povere lungo la costa dell’Ecuador. “Il carnevale è una porta spalancata verso il delirio, la follia e l’eterna baldoria. È come se qualcuno aprisse il rubinetto di una baraonda che non solo non finisce mai, ma deborda, straripa dai secchi”. L’esordio di Yuliana Ortiz Ruano, che le è valsa la vittoria della prima edizione del premio Iess, riservato agli esordienti latinoamericani, racconta il caos e la violenza quando contaminano una quotidianità urbana letta attraverso gli occhi di una bambina. Ainhoa scopre il ritmo della salsa, i quartieri infrequentabili, i segreti delle zie, delle mami, scopre presto dell’“amore terribile degli uomini”. Con un ritmo ripetitivo, quasi cantilenante, ampliato dai ricorrenti “mami, papi, tata”, la scrittrice ecuadoriana ci trasporta nell’orrore che si annida nella memoria di ogni donna, tramandato da una generazione all’altra, in ogni casa, in ogni famiglia, nella baldoria di carnevale che convive con la tragedia di sempre. Con uno stile caotico ed esuberante – capace d’incarnare bene la voce di una bambina – Febbre di carnevale si rivela un romanzo di formazione ambientato in uno spaccato di mondo dove il finale sembra già scritto: è un corpo musicale, lirico, ma anche scomodo, crudo. ◆
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1541 di Internazionale, a pagina 92. Compra questo numero | Abbonati