In un momento in cui mi sembra che si arrivi a pubblicare un libro per vie predeterminate, che un romanzo così finisca nella casella di posta in arrivo di una casa editrice mi pare un sogno. Forse non a caso il prologo proietta subito nell’onirico. Enea, professore di matematica di un piccolo paese, una mattina chiama a casa e, invece della sua compagna Lorna, a rispondergli al telefono è lui stesso. Alla ricerca di Enea del proprio doppio si alterna Doppio misto, romanzo e racconto degli anni universitari del fratello Nicola, oggi scrittore di successo, ma che allora andava praticando misteriosi riti esoterici, guidato dalla magnetica figura di Melinoe. Il secondo libro di Nicola Brami è un horror venato di realismo. Il gioco degli specchi che mette in scena l’autore pervade tutto: lo stile, la narrazione, l’alternanza temporale, i narratori. Il tema del doppio affascina da lungo tempo la letteratura e il cinema (impossibile non pensare ai film di David Lynch o a Noi di Jordan Peele). Qui lo ritroviamo in un ritmo sospeso, dosato da un’architettura angosciante che rende la narrazione via via più irreale e allucinata. Cosa è reale, cosa è immaginato, chi è Enea e chi siamo noi? Il topos del doppio finisce inevitabilmente per porre domande sull’identità, sull’inconscio e sulle vite che viviamo. Una lettura che non ammette pause.
In un momento in cui mi sembra che si arrivi a pubblicare un libro per vie predeterminate, che un romanzo così finisca nella casella di posta in arrivo di una casa editrice mi pare un sogno. Forse non a caso il prologo proietta subito nell’onirico. Enea, professore di matematica di un piccolo paese, una mattina chiama a casa e, invece della sua compagna Lorna, a rispondergli al telefono è lui stesso. Alla ricerca di Enea del proprio doppio si alterna Doppio misto, romanzo e racconto degli anni universitari del fratello Nicola, oggi scrittore di successo, ma che allora andava praticando misteriosi riti esoterici, guidato dalla magnetica figura di Melinoe. Il secondo libro di Nicola Brami è un horror venato di realismo. Il gioco degli specchi che mette in scena l’autore pervade tutto: lo stile, la narrazione, l’alternanza temporale, i narratori. Il tema del doppio affascina da lungo tempo la letteratura e il cinema (impossibile non pensare ai film di David Lynch o a Noi di Jordan Peele). Qui lo ritroviamo in un ritmo sospeso, dosato da un’architettura angosciante che rende la narrazione via via più irreale e allucinata. Cosa è reale, cosa è immaginato, chi è Enea e chi siamo noi? Il topos del doppio finisce inevitabilmente per porre domande sull’identità, sull’inconscio e sulle vite che viviamo. Una lettura che non ammette pause. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1554 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati