Valerio Mieli
Scelgo tutto
La nave di Teseo, 432 pagine, 22 euro

Ultimamente m’infilo solo in libri lunghissimi. Questo secondo di Valerio Mieli, arrivato dopo il successo di Dieci inverni (Rizzoli), non è neppure uno, forse sono due. L’altro giorno un’amica mi ha confessato che andare dalla psicologa è stato liberatorio: qualcuno che le fornisce una serie d’istruzioni per vivere. Un po’ come in quel monologo della serie Fleabag in cui Phoebe Waller-Bridge dice: “Penso di volere che qualcuno mi dica come vivere la mia vita, perché finora credo di aver sbagliato”. A ciascuno il proprio pastore, immagino. Potendo scegliere, Andrew Scott. La mia generazione Fleabag-psicoterapia si rispecchierà molto in Cosimo che, nel romanzo, sceglie davvero tutto per il timore di non sbagliare nulla. Da un lato la vita con Sabina, giovane amore diciannovenne e quindi assoluto; dall’altro la vita di avventura e spensieratezza che comincia con un treno notturno per Parigi, al tramonto degli anni novanta. Poi, a scompigliare ancora di più le carte entra in scena anche Giacoma, un io femminile. Le due versioni, incolonnate quasi a fronteggiarsi, si biforcano su chine diverse e parallele nel momento in cui bisogna scegliere tra andare via o restare, insieme o separati, in una lettura che catalizza la curiosità del “e se”. Vengono subito in mente Sliding doors e Kieślowski, ma qui la casualità del destino lascia spazio alla responsabilità. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1609 di Internazionale, a pagina 92. Compra questo numero | Abbonati