Sulle rive del canale dell’Ourcq una scavatrice gialla con il logo del municipio di Parigi divora le file di tende tra le sue fauci di ferro. Fino a pochi giorni prima ospitavano 250 persone, principalmente afgani e immigrati dall’Africa subsahariana, quasi tutti in attesa di un permesso di soggiorno. All’alba del 16 luglio, lentamente e con l’aria ancora assonnata, gli abitanti dell’accampamento sono usciti dalle loro tende e hanno radunato i pochi effetti personali. Storditi e con le valigie in mano, alcuni hanno rivolto un ultimo sguardo indietro, verso la scavatrice che entrava in azione. Poi, rassegnati, hanno seguito le forze dell’ordine diretti verso gli autobus predisposti dalla prefettura. La loro destinazione erano i centri di accoglienza dell’Île-de-France.

È solo uno di una lunga serie di sgomberi che è continuata il giorno successivo, quando sulle rive del canale Saint-Denis la polizia ha distrutto cinque accampamenti. Secondo Médecins du monde sono state trasferite tra le le 250 e 300 persone. “Nelle ultime settimane abbiamo registrato un evidente incremento degli sgomberi”, accusa Paul Alauzy, coordinatore regionale di Médecins du monde e portavoce del collettivo Le revers de la médaille. Gli sfratti aumentano con l’avvicinarsi dei giochi olimpici, la cui cerimonia d’apertura è prevista per il 26 luglio. Il 3 luglio a Parigi è stata sgomberata la Maison des métallos, occupata da tre mesi dal collettivo dei giovani del parco di Belleville. La scelta del momento risulta sospetta considerando che dal 20 luglio la struttura è stata messa a disposizione della delegazione di Tokyo. Nella stessa giornata altre 62 persone sono state cacciate nel diciannovesimo arrondissement, a pochi passi da una zona destinata agli spettatori dei giochi. Il giorno successivo sono immediatamente apparsi tavoli da picnic e una struttura galleggiante per i visitatori. Poche settimane fa, sempre lungo il canale Saint-Denis, è stata inaugurata una pista ciclabile che collegherà Parigi allo Stade de France. La pista è già decorata con i colori di Parigi 2024.

Una volta demoliti gli accampamenti, si comincia a fare in modo che i senza fissa dimora non tornino. All’inizio di luglio, per esempio, sono stati murati gli archi che si trovano sotto la metropolitana di boulevard de la Villette. “Nei campi si costruiscono strutture per i turisti, inadatte a ospitare le persone senza fissa dimora”, sottolinea Paul Alauzy.

Giochi proibiti

È difficile stabilire se la causa dei singoli sfratti siano davvero le Olimpiadi. L’argomento è al centro di uno scontro che oppone da una parte gli abitanti rom e gens du voyage di un accampamento nel comune di La Courneuve, nella Grande Parigi, e dall’altra l’ente pubblico Plaine commune. Finora le autorità, che dopo vari tentativi falliti sono ricorse a un tribunale per sgomberare l’area, hanno negato questa correlazione, ma in molti ordini di espulsione e documenti ufficiali sono presenti riferimenti espliciti ai giochi: “Il sito […] si trova sul percorso della para-maratona prevista per l’8 settembre nel quadro dei giochi olimpici e paralimpici di Parigi 2024”. Secondo Plaine commune, la prossimità con il campo rom espone gli spettatori a rischi legati “alla sicurezza, alla salubrità e all’igiene del sito”. Louis Robatel, avvocato delle famiglie della Courneuve, sottolinea che è “strano” vedere citati i giochi olimpici come motivo di uno sfratto d’urgenza. Secondo Robatel, anche se l’area di accoglienza è organizzata “per non arrecare danno a nessuno, la verità è che non si vuole mostrare la povertà dietro alla vetrina olimpica”. ◆ as

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1573 di Internazionale, a pagina 24. Compra questo numero | Abbonati