La polizia del Guatemala il 9 ottobre ha salvato 126 migranti, in maggioranza haitiani, chiusi in un container fermo sulla strada tra Nueva Concepción e Cocales, nel sudovest del paese. Secondo le autorità, scrive la Bbc, sarebbero stati abbandonati dai trafficanti che erano stati pagati per trasportarli negli Stati Uniti attraverso il Messico. Il giorno prima, nello stato messicano settentrionale di Tamaulipas, la polizia aveva fermato tre camion dov’erano nascosti più di seicento migranti centroamericani, con indosso cappotti pesanti. Molti avevano un cappuccio sul viso e almeno duecento erano minori non accompagnati. ◆
Migranti abbandonati
Un futuro migliore
L’8 ottobre il Brasile ha raggiunto i 600mila morti per il covid-19, scrive l’edizione brasiliana del País. Ma il ritmo con cui le persone muoiono è rallentato rispetto ad alcuni mesi fa e i dati della campagna vaccinale fanno sperare che d’ora in poi “il futuro riservi buone notizie”. Finora, scrive la Folha de S.Paulo, circa il 60 per cento degli adulti è vaccinato e “nonostante la campagna di discredito del governo, la gente non si oppone ai vaccini”. Bar, ristoranti, cinema e stadi stanno riaprendo. La vita nelle città torna lentamente alla normalità, “ma è impossibile non pensare a quante morti si sarebbero evitate se il governo avesse gestito diversamente la pandemia”.
Il conflitto si riaccende
Il 10 ottobre una donna di 43 anni, Denisse Cortés, è morta a Santiago negli scontri scoppiati tra manifestanti e polizia durante una marcia per l’autonomia e la resistenza dei mapuche, il principale popolo nativo del Cile. Diciassette poliziotti sono rimasti feriti e nove persone sono state arrestate, scrive El Mostrador. I mapuche chiedono la restituzione delle terre ancestrali nel sud del paese e un riconoscimento da parte dello stato cileno. Il 12 ottobre il presidente Sebastián Piñera (centrodestra) ha decretato lo stato d’eccezione nelle regioni dell’Araucanía e Biobío per “affrontare con mezzi adeguati il terrorismo, il narcotraffico e la criminalità organizzata”.
Non si può manifestare
La piattaforma Archipiélago, che è stata fondata dall’artista e drammaturgo Yunior García dopo le proteste scoppiate a luglio in varie città del paese e riunisce decine di persone, ha chiesto alle autorità cubane di autorizzare una marcia pacifica il prossimo 15 novembre. Con la manifestazione si voleva fare pressione sul governo per la liberazione dei prigionieri politici, la fine della violenza e il rispetto dei diritti di tutti i cubani. Ma il 12 ottobre le autorità dell’isola, si legge su Cubadebate, hanno vietato la protesta, considerata “una provocazione con obiettivi destabilizzatori”.
Disastro evitato
I repubblicani e i democratici hanno trovato un accordo per aumentare il tetto del debito ed evitare l’insolvenza. “Ma è una soluzione temporanea”, scrive il New York Times. “Il provvedimento approvato dal congresso consente al governo di pagare i debiti solo fino al 3 dicembre. I repubblicani hanno già annunciato che non faranno ulteriori concessioni”.
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