Il 29 novembre la casa automobilistica giapponese Nissan ha annunciato un piano da duemila miliardi di yen (circa 17,7 miliardi di dollari) per lo sviluppo di auto con motore elettrico. L’azienda, spiega il Financial Times, sostiene di voler “democratizzare” i veicoli elettrici, consolidando la sua posizione nel mercato automobilistico. Per questo prevede che entro il 2026 avrà un motore elettrico il 75 per cento dei suoi veicoli venduti in Europa. Ed entro il 2030 anche il 40 per cento di quelli venduti negli Stati Uniti. Nei prossimi nove anni la Nissan lancerà 23 nuovi modelli, quindici dei quali interamente elettrici. La produzione rimanente sarà formata da modelli ibridi o del tipo “e-power”, un sistema ibrido la cui batteria è ricaricata da un motore a benzina. In precedenza, conclude il quotidiano britannico, la Nissan aveva annunciato un investimento da 1,4 miliardi dollari nel Regno Unito, dove lo stabilimento di Sunderland sarà riconvertito alla produzione di batterie e auto elettriche. ◆
I piani della Nissan
Gli immigrati sono preziosi
La Germania non può fare a meno degli immigrati, scrive Der Spiegel. Secondo uno studio dell’Institut der deutschen Wirtschaft (Iw), senza i lavoratori stranieri molti settori – dalla ristorazione all’assistenza sanitaria – resterebbero paralizzati. Tra il 2013 e il 2020 il numero d’immigrati attivi sul mercato del lavoro tedesco è cresciuto del 75 per cento. Una quota sempre più alta di questi immigrati si concentra in settori con gravi carenze di personale. “Se c’è un aspetto positivo della Brexit”, conclude il settimanale, “è che ci ricorda cosa succede quando un paese industrializzato è convinto di poter fare tutto da solo”.
A Bessemer è tutto da rifare
Il 30 novembre il National labor relations board (Nlrb), un’agenzia del governo statunitense che si occupa di relazioni sindacali, ha stabilito che i dipendenti del magazzino Amazon di Bessemer, in Alabama, devono rifare il referendum per decidere se costituire un sindacato, scrive la Bbc. Al voto precedente, ad aprile, aveva vinto il no.
La nuova leader dei pesticidi
Negli ultimi vent’anni le aziende cinesi hanno conquistato il mercato globale dei pesticidi, scrive Le Monde. Oggi controllano il 40 per cento di un settore il cui valore è stimato in circa 61 miliardi di dollari. Lo sostiene uno studio presentato il 30 novembre da un gruppo di esperti francesi formato dal Bureau d’analyse sociétale pour une information citoyenne (Basic) e dal Comitato cattolico contro la fame. Oggi la Cina produce più della metà dei quattro milioni di tonnellate di pesticidi fabbricati ogni anno nel mondo. Nel 2018 il paese asiatico è diventato il primo esportatore globale, per un valore di 5,2 miliardi di dollari, superando la Germania. I suoi pesticidi arrivano soprattutto in Brasile, Thailandia e Stati Uniti.
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