Europa

Il nuovo governo tedesco

L’8 dicembre il parlamento tedesco ha approvato la nomina di Olaf Scholz a cancelliere, chiudendo ufficialmente l’era di Angela Merkel. Il nuovo governo, formato dal Partito socialdemocratico (Spd), dai Verdi e dal Partito liberaldemocratico (Fdp), è composto in ugual misura da uomini e donne e conferma quasi tutte le previsioni: i verdi Annalena Baerbock e Robert Habeck sono stati nominati rispettivamente al ministero degli esteri e a quello dell’economia e del clima, mentre il liberale Christian Lindner ha ottenuto le finanze. La principale sorpresa riguarda il ministero dell’interno, assegnato a Nancy Faeser: l’ex leader dell’Spd nello stato dell’Assia non ha esperienza a livello federale, ma con la sua nomina il governo fa capire di voler aumentare la vigilanza sull’estremismo di destra. Ad attirare l’attenzione però è stata soprattutto la scelta di Karl Lauterbach come ministro della salute. L’epidemiologo è stato una delle voci più autorevoli e apprezzate nel dibattito sulla pandemia, e avrà come priorità assoluta quella di razionalizzare la gestione dell’emergenza dopo le polemiche degli ultimi mesi e la crisi del sistema sanitario tedesco di fronte alla quarta ondata. ◆

Il risveglio del centrodestra

Antoine Gyori, Corbis/Getty Images

Valérie Pécresse ( nella foto ) sarà la candidata dei Republicains alle presidenziali del 2022: la governatrice dell’Île-de-France, 54 anni, ha infatti battuto Éric Ciotti al secondo turno delle primarie del partito conservatore. Pécresse è considerata una moderata, ma ha impostato la sua campagna elettorale sulla promessa di riportare ordine e autorità, e la sua candidatura sembra in grado di risvegliare il centrodestra dopo anni di crisi, scrive Le Figaro: un sondaggio del 7 dicembre la dà addirittura vincente al secondo turno contro Emmanuel Macron.

Un po’ di aiuto dagli amici

Il 4 marzo il partito Diritto e giustizia (Pis) ha organizzato a Varsavia un summit delle forze sovraniste europee, a cui hanno partecipato il Rassemblement national (Francia), Fidesz (Ungheria) e Vox (Spagna). L’evento avrebbe dovuto favorire la creazione di un gruppo sovranista al parlamento europeo, ma l’assenza della Lega e di Alternative für Deutschland hanno sminuito la sua portata. “Il summit è servito solo a dimostrare che il Pis, sotto accusa per la gestione della pandemia e lo scontro con l’Unione europea, non è del tutto isolato”, commenta Gazeta Wyborcza.

In piazza contro Rio Tinto

Per il secondo sabato consecutivo, il 4 dicembre migliaia di persone hanno manifestato a Belgrado contro le recenti modifiche alle norme sull’esproprio dei terreni e sui referendum, con cui – secondo i dimostranti – il governo vuole facilitare la svendita di parti del territorio serbo alle aziende straniere. Sotto accusa c’è soprattutto il progetto del gigante angloaustraliano Rio Tinto di aprire un’enorme miniera di litio vicino a Loznica, che il presidente Aleksandr Vučić ha promesso di sottoporre a una consultazione popolare. L’azienda afferma che la miniera farebbe della Serbia uno dei maggiori produttori di litio al mondo, capace di soddisfare gran parte della domanda legata alla produzione di auto elettriche in Europa. Secondo i contestatori, però, il progetto avrebbe gravi conseguenze ambientali e sanitarie in una delle principali regioni agricole del paese, scrive Danas.

Ascesa e caduta di un populista

Joe Klamar, AFP/Getty Images

L’ipotesi secondo cui l’uscita di scena di Sebastian Kurz ( nella foto ), che si è dimesso da cancelliere l’11 ottobre dopo essere finito sotto inchiesta per corruzione, era solo una mossa tattica per preparare il ritorno al potere sembra destinata a non avverarsi. Il 2 dicembre l’ex leader del Partito popolare austriaco ha infatti annunciato di voler lasciare definitivamente la politica. “Non sono né un santo né un criminale”, ha dichiarato. Nel 2017, quando era diventato il più giovane capo di governo del mondo ad appena 31 anni, Kurz era considerato un modello per lo svecchiamento dei partiti conservatori, ma “la sua ascesa e caduta sono un monito di cosa succede quando ci si affida a un leader populista”, scrive Barbara Tóth su Falter. “Alla fine, del ‘nuovo stile’ politico che aveva promesso non è rimasto niente”.

Bielorussia Il governo ha vietato l’importazione di diverse categorie di generi alimentari dall’Unione europea, dagli Stati Uniti e da altri paesi occidentali, spiegando che si tratta di una rappresaglia per le sanzioni imposte contro Minsk.

Francia Éric Zemmour, candidato di estrema destra alle presidenziali del 2022, è stato aggredito e lievemente ferito durante l’inaugurazione della sua campagna elettorale a Parigi.

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