L’amore degli esseri umani per la natura è scritto nei geni? I ricercatori dell’università di Singapore hanno cercato di verificarlo analizzando il comportamento di 1.300 coppie di gemelli registrate nella banca dati TwinsUk. È emerso che i gemelli monozigoti (identici) si somigliano più di quelli eterozigoti nel desiderio di stare a contatto con la natura, frequentando per esempio parchi e giardini. Per la prima volta uno studio sembra dimostrare, almeno indirettamente, che c’è una componente genetica nella predisposizione per l’ambiente naturale e la vita all’aria aperta. Ma anche le esperienze di vita hanno un peso, spiegano gli autori su Plos Biology. Le somiglianze tendono infatti ad affievolirsi con il passare del tempo, a causa di fattori personali. In ogni caso una pianificazione urbana intelligente, che preveda spazi naturali accessibili a tutti, potrebbe favorire l’amore per la natura e creare benefici in termini di salute e benessere.
La natura nei geni
Una variante dell’hiv
È stato individuato un nuovo ceppo del virus hiv che circola da alcuni anni nei Paesi Bassi. La variante Vb, più virulenta, sarebbe comparsa alla fine degli anni ottanta, si sarebbe diffusa intorno al 2000 e avrebbe poi rallentato a partire dal 2010. Le persone infettate da questo ceppo hanno una carica virale più alta, cioè una quantità maggiore di virus nel sangue. Inoltre, tendono a sviluppare l’aids più rapidamente rispetto alle persone infettate da altri ceppi, e trasmettono più facilmente l’infezione. I trattamenti contro l’hiv sono efficaci anche contro questa variante, ma è importante che la diagnosi sia tempestiva. I ricercatori hanno individuato più di cento casi del nuovo ceppo analizzando i dati relativi a quasi settemila persone infettate. Non si conoscono ancora le mutazioni genetiche che rendono la variante più virulenta né il loro meccanismo d’azione. Oltre a confermare che con il tempo i virus possono indebolirsi o diventare più contagiosi e dannosi per l’organismo ospite, lo studio potrebbe fornire indizi utili per definire la possibile evoluzione del virus sars-cov-2 e della pandemia di covid-19. ◆
Mascherine da smaltire
La pandemia di covid-19 ha prodotto una grande quantità di rifiuti sanitari usa e getta: tute, mascherine, guanti, tamponi, siringhe e fiale. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), questi rifiuti sono un problema per l’ambiente e per la salute. Bisogna quindi aggiornare i sistemi di smaltimento, rendendoli sostenibili, e fornire linee guida chiare agli operatori sanitari. Oggi nel mondo solo tre strutture sanitarie su dieci sono attrezzate per gestire i rifiuti standard, che non comprendono quelli legati alla pandemia.
Curare le ferite con gli insetti
Gli scimpanzé usano gli insetti per curare le ferite. Studiando un gruppo in Gabon (nella foto), i ricercatori dell’Ozouga chimpanzee project hanno documentato settantasei casi in cui uno scimpanzé cattura un insetto e lo applica su una ferita sua o di altri. Non è chiaro, scrive Current Biology, se gli insetti appartengano a una specie unica con proprietà particolari, per esempio quella di combattere le infezioni. Lo studio dimostra che gli scimpanzé hanno comportamenti prosociali, cioè aiutano altri componenti del gruppo.
Elettrodi per camminare
Tre persone rimaste paralizzate hanno recuperato parzialmente l’uso delle gambe grazie a una tecnica di stimolazione artificiale nervosa. I pazienti avevano subìto una lesione al midollo spinale ed erano paralizzati dalla vita in giù. Grazie alla stimolazione elettrica di alcune fibre nervose specifiche, sono riusciti in breve tempo a stare in piedi, camminare con l’ausilio di un deambulatore e nuotare. Lo studio è stato pubblicato su Nature Medicine.
Psicologia L’ansia generata dallo studio della matematica incide negativamente sul rendimento degli alunni. Secondo la rivista Pnas, l’ansia colpisce alunni di età diverse ed è presente in molti paesi, anche se in modo variabile. I ricercatori sostengono che la percezione della bravura dell’insegnante e i compiti a casa incidono sul livello d’ansia. Bisognerebbe tenere conto di questi fattori nell’organizzazione scolastica.
Astronomia Un buco nero isolato è stato individuato per la prima volta nella Via Lattea. Dato che i buchi neri non emettono luce, di solito li osserviamo quando interagiscono con altri oggetti, per esempio una stella. Ma i buchi neri isolati potrebbero essere molto comuni, anche se difficili da trovare. Si stima che nella galassia ce ne siano cento milioni, scrive Nature. Lo studio, ancora preliminare, è stato pubblicato su arXiv.
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