Africa e Medio Oriente

Sul banco dei testimoni

Nel settembre 2021 a Maputo è cominciato il processo per frode e corruzione che riguarda una serie di prestiti contratti segretamente dal governo mozambicano tra il 2013 e il 2014. I fondi dovevano finanziare una nuova flotta di pescherecci, che non si è mai materializzata. Quando la notizia è diventata pubblica, il paese è sprofondato nella crisi economica. Due settimane fa, scrive The Continent, è stato sentito come testimone l’ex presidente Armando Guebuza (2005-2015), il cui figlio Ndambi è uno degli imputati: “Guebuza ha sfruttato l’interrogatorio per puntare il dito contro l’attuale presidente, Filipe Nyusi, che ai tempi era ministro della difesa”.

Il fronte dell’Afar

“Il nuovo fronte della guerra civile in Etiopia è la regione dell’Afar”, scrive il settimanale The Africa Report. Alla fine del dicembre 2021 i ribelli del Tigrai, che sostengono di essere stati provocati da una serie di attacchi, hanno lanciato un’offensiva nell’Afar, una regione arida al confine con Gibuti e l’Eritrea, costringendo 300mila persone ad abbandonare le loro case.

Trattamento ingiustificato

Dopo che l’Unione africana ha condannato gli episodi di razzismo subiti da africani e mediorientali alle frontiere ucraine e che i genitori degli studenti bloccati nel paese in guerra hanno protestato ad Abuja, la Nigeria ha organizzato dei voli per rimpatriare migliaia di suoi cittadini, scrive The Punch. Anche in Libano sono scoppiate proteste contro il governo, accusato di aver abbandonato migliaia di persone, scrive L’Orient-Le Jour, mentre in Ghana il 2 marzo è arrivato il primo gruppo di cinquecento studenti che devono rientrare dall’Ucraina. Nel paese studiavano quasi ventimila africani, in gran parte marocchini, egiziani, nigeriani e ghaneani, attirati dalle basse rette universitarie e dal costo della vita accessibile. Uno studente algerino di 25 anni è morto il 26 febbraio a Charkiv, colpito da un proiettile vagante.

Fine dei risarcimenti

Yasser Al-Zayyat, AFP/Getty Images

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite il 22 febbraio ha approvato all’unanimità la fine dei risarcimenti imposti all’Iraq per compensare il vicino Kuwait delle perdite legate all’invasione voluta da Saddam Hussein nel 1990. Nell’arco di trent’anni l’Iraq ha versato al Kuwait 52,4 miliardi di dollari, usando una quota tra il 3 e il 5 per cento dei guadagni delle vendite di petrolio. I fondi erano destinati a persone, aziende e agenzie governative danneggiate dall’operazione militare irachena, che diede il via alla prima guerra del Golfo. Secondo il sito kuwaitiano Nabd è “una prova della riconciliazione tra i due paesi”. ◆Nella foto: celebrazioni per l’anniversario della fine della guerra del Golfo ad Al Kuwait, il 25 febbraio 2022

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1450 - 4 marzo 2022
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