L’8 marzo l’Iran ha lanciato nello spazio il suo secondo satellite militare ( nella foto ). La notizia è arrivata in un momento delicato per i colloqui sul programma nucleare iraniano, giunti a una fase cruciale. La guerra in Ucraina potrebbe favorire un avvicinamento dell’Iran all’occidente , in particolare agli Stati Uniti, sostiene Haaretz, allontanando Teheran dalla Russia. Il giornale riformista iraniano Aftab-e Yazd sospetta però che la Russia, presentando all’ultimo momento nuove richieste, voglia “prendere in ostaggio” i colloqui di Vienna per rappresaglia.
Secondo satellite in orbita
La fragilità dell’esercito
Almeno 27 soldati sono morti il 4 marzo in un attacco terroristico contro una base militare a Mondoro. “Dov’erano gli specialisti russi che dovrebbero aiutarci nella guerra al terrorismo?”, chiede provocatoriamente Le Pays, ricordando che la scelta del Mali di accogliere i mercenari della Wagner ha spinto la Francia al ritiro . Il 7 marzo le forze francesi hanno reso noto di aver ucciso Yahia Djouadi, figura importante di Al Qaeda nel Maghreb islamico.
Etiopia L’alta commissaria delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet, ha denunciato il 7 marzo gravi violazioni dei diritti umani nel paese. Dalla fine del novembre 2021 almeno 304 civili sono morti e 373 sono stati feriti nei bombardamenti governativi nelle regioni Tigrai, Amhara e Afar. Libia Il 3 marzo un nuovo governo per la “stabilizzazione”, guidato dall’ex ministro dell’interno Fathi Bashagha, ha giurato davanti al parlamento di Tobruk. A Tripoli il premier Abdul Hamid Dbaibah ha ribadito di non voler cedere il potere. Siria Quindici soldati sono morti il 6 marzo in un attacco del gruppo Stato islamico (Is) contro un pullman di militari vicino a Palmira. In Iraq e Siria sono ancora attivi diecimila miliziani dell’Is. Yemen Due operatori dell’ong Medici senza frontiere sono stati rapiti il 6 marzo da un gruppo armato nella provincia dell’Hadramaut.
Prezzi da fame
Dal 5 marzo in Egitto il prezzo del pane è aumentato della metà, scrive il sito Arabi21. Il Cairo compra da Ucraina e Russia più dell’80 per cento del grano, il cui costo è aumentato a causa della guerra, con ripercussioni su tutti i settori alimentari. Cresce così lo scontento tra la popolazione, insieme alla preoccupazione che aumenti anche il costo delle pagnotte a prezzo calmierato (gli egiziani poveri, quasi un terzo degli abitanti, ne ricevono cinque al giorno). L’Egitto ha riserve di grano sufficienti per quattro mesi, scrive il giornale Al Ahram. Il presidente Abdel Fattah al Sisi aveva annunciato il 28 febbraio di non avere più le risorse per “sfamare e mandare a scuola i cento milioni di egiziani”. ◆Nella foto, un forno al Cairo, in Egitto, 2 marzo 2022.
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