Il conservatore Rodrigo Chaves, ex ministro dell’economia ed ex funzionario della Banca mondiale, è stato eletto presidente del paese nel ballottaggio del 3 aprile. Chaves ha ottenuto il 52,9 per cento dei voti, contro il 47,1 per cento del centrista José María Figueres, già presidente dal 1994 al 1998. Nel suo primo messaggio alla nazione, il nuovo presidente ha chiesto l’appoggio dell’opposizione e ha sottolineato l’importanza di lavorare insieme. Poi, scrive Bbc mundo, si è rivolto alle migliaia di costaricani che non sono andati a votare, dicendo che sono loro i più preoccupati per il futuro del paese e della democrazia, quelli di cui bisognerà ottenere la fiducia. L’astensione è stata molto alta, quasi del 43 per cento. ◆
Scontri in carcere
Almeno venti persone sono morte negli scontri scoppiati il 3 aprile nella prigione di Turi, nella città meridionale di Cuenca. Secondo le autorità, le violenze sono esplose perché le bande criminali hanno cercato di prendere il controllo totale del sistema penitenziario. “Il carcere di Turi è uno dei centri penitenziari più grandi del paese”, scrive il sito indipendente Gk, “e oggi ospita quasi duemila detenuti”. Nel 2021 almeno 350 persone sono morte nelle violenze scoppiate nelle carceri ecuadoriane .
Sérgio Moro si ritira
“Il 31 marzo l’ex giudice Sérgio Moro, che ha guidato l’inchiesta anticorruzione lava jato ( autolavaggio) e che rappresentava un’alternativa per gli elettori di destra stanchi di Jair Bolsonaro, ha annunciato che non si candiderà alle elezioni presidenziali del prossimo ottobre”, scrive la Folha de S.Paulo. Moro ha lasciato il partito Podemos ed è entrato nell’União Brasil, sottolineando che vuole facilitare un accordo tra le forze di centro per una candidatura unica. Secondo alcuni analisti, l’uscita di scena di Moro potrebbe favorire la vittoria di Bolsonaro contro Lula già al primo turno.
Occasione sprecata
Gli Stati Uniti sono da tempo uno dei paesi industrializzati con il più alto livello di povertà infantile. Questa situazione si spiega con il fatto che il welfare statunitense non aiuta abbastanza le famiglie delle fasce sociali più povere. Per questo c’era molto ottimismo quando, a marzo del 2021, il presidente Joe Biden ha firmato una legge approvata dal congresso che prevedeva pagamenti mensili per sessanta milioni di famiglie (circa trecento dollari per ogni figlio). Combinata con altri provvedimenti di sostegno alle famiglie introdotti durante la pandemia, la misura ha avuto un impatto notevole: nell’estate del 2021 la povertà infantile è passata dal 16 al 12 per cento nel giro di un mese; in sei mesi quasi quattro milioni di bambine e bambini sono usciti dalla soglia di povertà. “Ma alla fine del 2021 quei sostegni sono scaduti e non sono stati rinnovati, e a febbraio del 2022 la percentuale di bambini sotto la soglia di povertà era tornata al 16 per cento”, scrive FiveThirtyEight. L’amministrazione Biden ha proposto di inserire i sostegni alle famiglie in una più ampia riforma del welfare, ma il piano è stato bocciato dai senatori moderati del Partito democratico, a cominciare da Joe Manchin.
Nuova politica migratoria
L’amministrazione Biden ha annunciato di voler cancellare il Title 42, una politica migratoria introdotta da Donald Trump che permette al governo di espellere i migranti prima che la loro richiesta di asilo sia esaminata. La misura era stata applicata all’inizio della pandemia di covid-19 e aveva portato all’espulsione di centinaia di migliaia di persone in paesi, come il Messico, dove rischiavano di subire abusi. “La scelta della Casa Bianca, accolta positivamente dagli attivisti, farà molto probabilmente aumentare il numero di migranti che arriveranno dal confine meridionale”, scrive Vox. Secondo alcuni calcoli del governo, nei prossimi mesi potrebbero arrivare fino a 18mila persone al giorno (a febbraio la media era di circa seimila).
Perù Il 4 aprile il presidente di sinistra Pedro Castillo ha proclamato un coprifuoco nella capitale Lima e nella città portuale di Callao dopo una serie di manifestazioni violente dei camionisti contro l’aumento del prezzo dei carburanti. Ha ritirato la misura poche ore dopo.
Stati Uniti La notte del 3 aprile sei persone sono state uccise e dodici sono state ferite in una sparatoria nel centro di Sacramento, la capitale della California. Secondo le prime ricostruzioni, sarebbero stati sparati almeno cento colpi di pistola in uno scontro tra bande rivali.
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