Due anni fa Christian Smalls, un lavoratore del magazzino Amazon di Staten Island, a New York, è stato licenziato dopo aver organizzato una protesta per chiedere condizioni di lavoro migliori durante la pandemia di covid-19. Il 1 aprile 2022, al termine di una campagna ostacolata in ogni modo da Amazon, il governo ha annunciato che i dipendenti dello stabilimento avevano votato per aderire a un sindacato. Smalls, il loro leader, ha festeggiato stappando una bottiglia di champagne.
Per il movimento sindacale statunitense è l’ultima di una serie di importanti vittorie, che comprende anche la decisione dei dipendenti di molti caffè Starbucks di entrare nel sindacato. “Capite cosa sta succedendo? I lavoratori stanno alzando la testa”, ha detto Elizabeth Shuler, presidente dell’Afl-Cio, la più importante confederazione sindacale del paese, dopo il voto dei lavoratori di Amazon.
In realtà si tratta di un’illusione. Negli Stati Uniti il numero di lavoratori rappresentati da un sindacato diminuisce quasi ogni anno, e nel 2021 ha raggiunto i minimi storici. Questa tendenza non sarà invertita fino a quando il governo federale non cambierà le regole del gioco.
Il nuovo Amazon labor union, che è il primo sindacato dei dipendenti statunitensi dell’azienda, tra i principali datori di lavoro del paese, merita di essere celebrato proprio perché negli Stati Uniti è molto difficile fare attività sindacale nelle aziende. I sistemi di tutela dei lavoratori a livello federale sono inadeguati, e spesso non sono applicati. È significativo che i lavoratori interessati a far parte di un sindacato siano molti di più di quelli effettivamente sindacalizzati. Il governo ha collaborato con i datori di lavoro per creare questa situazione. Negli anni trenta, subito dopo aver legalizzato la contrattazione collettiva, il congresso cominciò a fare marcia indietro imponendo ai sindacati più restrizioni rispetto ad altre democrazie. Nei decenni successivi Washington concesse gradualmente ai datori di lavoro un potere sempre maggiore nel contrastare le campagne sindacali con propaganda, minacce e maltrattamenti dei lavoratori, fino alla possibilità di chiudere le attività quando i lavoratori sceglievano di creare un sindacato. Oggi alcune di queste tattiche sono illegali, ma le aziende che continuano a usarle sono punite raramente.
Nel 2021 la camera ha approvato una legge, sostenuta dall’amministrazione Biden, per risolvere alcuni di questi problemi, ma il testo è stato affossato in senato. Riforme più ambiziose, come quella che permetterebbe ai lavoratori di un settore di negoziare gli stipendi collettivamente, non sono mai andate oltre le promesse da campagna elettorale.
Condizioni ostili
I lavoratori del magazzino di Staten Island sono riusciti a superare tutti questi ostacoli, ma la loro vittoria non è ancora completa. Il voto ha stabilito che il sindacato sarà il rappresentante ufficiale dei lavoratori del magazzino, ma spesso le aziende si rifiutano di negoziare. Un’analisi delle votazioni sindacali del 2007 mostra che su novecento gruppi di lavoratori che avevano deciso di avviare una contrattazione collettiva, meno della metà aveva ottenuto un contratto entro l’anno successivo. Tre anni dopo il voto, un terzo stava ancora aspettando il primo contratto.
Amazon ha annunciato che cercherà di far invalidare il voto. “Siamo convinti che avere un rapporto diretto con l’azienda sia una soluzione migliore per i nostri dipendenti”, ha fatto sapere l’azienda. Ma i lavoratori hanno fatto una scelta diversa, e non certo per mancanza d’informazioni sulle intenzioni di Amazon. I dipendenti, infatti, hanno dovuto partecipare a riunioni in cui gli veniva fatto presente cosa era meglio per loro secondo l’azienda.
I leader sindacali hanno annunciato che proveranno a organizzare votazioni in altri magazzini. Il sindacato di Smalls ne ha già ottenuta una in un altro magazzino Amazon di Staten Island, in programma nelle prossime settimane. Ma oggi, come succedeva all’inizio del novecento, il movimento sindacale deve superare condizioni ostili per avere la minima possibilità di affermarsi. ◆ as
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Questo articolo è uscito sul numero 1455 di Internazionale, a pagina 32. Compra questo numero | Abbonati