Nell’indice di digitalizzazione dell’economia e della società realizzato dall’Unione europea, la Svezia occupa il terzo posto dopo la Danimarca e la Finlandia, scrive la Süddeutsche Zeitung. Uno dei punti di forza del paese, spiega il quotidiano tedesco, è l’infrastruttura tecnologica. “Nella capitale Stoccolma, che sorge su una serie di isole, la lunghezza dei cavi della fibra ottica installati potrebbe fare il giro del pianeta sessanta volte. Quasi il 100 per cento degli edifici aziendali e il 93 per cento delle abitazioni è raggiunto dalla fibra ottica, i cui servizi sono offerti da più fornitori. I prezzi sono contenuti: con dieci o al massimo quindici euro al mese si ha una connessione da un gigabit al secondo”. Per ottenere questi risultati sono stati necessari grandi investimenti: la realizzazione della rete in fibra ottica di Stoccolma, una delle più grandi al mondo, è costata circa 500 milioni di euro in 25 anni. L’infrastruttura ha dimostrato tutta la sua potenza con l’arrivo della pandemia di covid-19: Staffan Ingvarsson, direttore dell’ente di promozione economica della capitale svedese, spiega che il passaggio dal lavoro in ufficio a quello in remoto è stato quasi indolore. E lo stesso si può dire della scuole: “I ragazzi”, racconta Ingvarsson , “hanno dovuto solo portare a casa i computer portatili o gli iPad che avevano già in dotazione”. Ben prima della pandemia, infatti, tutte le scuole disponevano di una piattaforma per le lezioni a distanza, con cui sperimentavano forme di apprendimento ibrido. ◆
I vantaggi del digitale
L’embargo fa meno paura
“Un embargo europeo del petrolio e del gas russo farebbe precipitare la Germania in una profonda recessione economica, ma il calo sarebbe più contenuto rispetto a quello registrato a causa della pandemia di covid-19. Confermando le previsioni di altri esperti, è arrivata a questa conclusione anche la Bundesbank, la banca centrale tedesca”, scrive la Frankfurter Allgemeine Zeitung. Questo nuovo studio, prosegue il quotidiano tedesco, aumenta la pressione sul governo di Berlino, che finora ha rifiutato l’idea di un embargo energetico contro il Cremlino sostenendo che provocherebbe disoccupazione e povertà di massa in tutta la Germania.
Berna blocca i fondi russi
In seguito all’applicazione delle sanzioni dei paesi occidentali contro la Russia, la Svizzera ha congelato patrimoni per un valore complessivo di nove miliardi di franchi svizzeri (circa 8,8 miliardi di euro), scrive la Neue Zürcher Zeitung. Si tratta di 1,5 miliardi in più rispetto alle cifre comunicate dal governo di Berna il 7 aprile.
Richiesta di avvocati
Le aziende attive nel settore delle criptovalute hanno un crescente bisogno di esperti legali che le aiutino ad affrontare le richieste delle autorità di vigilanza e allo stesso tempo a essere accettate dal sistema finanziario tradizionale, scrive il Wall Street Journal. A febbraio la Kraken, un’azienda di San Francisco specializzata nel cambio di criptovalute, ha annunciato di voler assumere trenta legali entro la fine di maggio. La Whistler Partners, un’azienda specializzata nel reclutamento di avvocati, ha dichiarato che il 15 per cento dei legali a cui ha trovato un’occupazione lavora nel settore della criptovalute o nella tecnofinanza, dove le aziende cercano anche collaborazioni con interi studi legali. La domanda ha fatto salire gli stipendi, che nel mondo delle criptovalute spesso superano quelli pagati dagli studi legali tradizionali, conclude il quotidiano.
Gli errori della Fed
Le banche centrali devono rafforzare la fiducia nell’economia mantenendo l’inflazione bassa e stabile. In questo delicato compito la Federal reserve (Fed, la banca centrale degli Stati Uniti) non sta facendo del suo meglio, scrive l’Economist. A marzo negli Stati Uniti l’inflazione ha raggiunto l’8,5 per cento, il dato più alto dal 1981. “A Washington di solito l’andamento dei prezzi è considerato una materia per gli specialisti rinchiusi in tristi uffici. Oggi invece quasi un quinto degli statunitensi sostiene che l’inflazione è il principale problema del paese. Non a caso il presidente Joe Biden ha usato parte delle riserve strategiche di petrolio per contenere il prezzo della benzina, mentre i democratici sono in cerca di cattivi da incolpare, che siano le aziende avide o il presidente russo Vladimir Putin”. In realtà il problema è la Fed, conclude il settimanale, che “aveva gli strumenti per fermare la crescita dei prezzi e non è stata capace di usarli in tempo. Il risultato è che l’economia rischia di andare fuori controllo”. ◆
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