“Il 7 maggio, durante un evento a São Paulo, l’ex presidente e leader del Partito dei lavoratori (Pt, sinistra) Luiz Inácio Lula da Silva ha ufficializzato la sua candidatura alle elezioni presidenziali del prossimo ottobre”, scrive Carta Capital. Nel suo lungo discorso, che questa volta ha preferito leggere, Lula ha criticato la deriva autoritaria del governo di Jair Bolsonaro, suo principale avversario nella corsa alla presidenza. Parlando dell’attuale crisi economica, ha detto di voler tornare al modello d’inclusione sociale che durante le sue amministrazioni ha fatto uscire milioni di persone dalla povertà. “La campagna di Lula è appena cominciata”, si legge sulla Folha de S.Paulo, “ma già si nota il tono nostalgico e la contrapposizione netta con Bolsonaro”. ◆
Esplosione all’Avana
“Il bilancio delle vittime dell’esplosione all’hotel Saratoga, avvenuta il 6 maggio probabilmente a causa di una fuga di gas, è salito a più di quaranta morti e almeno cinquanta feriti”, scrive l’Afp. L’albergo a cinque stelle, nel cuore dell’Avana vecchia, aveva ospitato celebrità come Mick Jagger, Madonna e Beyoncé. Era rimasto chiuso per due anni a causa della pandemia e avrebbe dovuto riaprire il 10 maggio. Al momento dell’incidente al suo interno c’erano soprattutto operai al lavoro e personale dell’albergo.
Carceri violente
“ Il 9 maggio almeno quarantaquattro detenuti sono morti negli scontri tra due bande rivali, Los lobos e R7, nella prigione di Bellavista, nella provincia di Santo Domingo de los Tsáchilas, a nordovest del paese”, scrive il sito ecuadoriano Gk. Secondo il capo della polizia, Fausto Salinas, più di cento detenuti sono evasi approfittando del caos. Il presidente Guillermo Lasso, in viaggio in Israele, ha detto che l’incidente è la conseguenza della violenza delle bande criminali. Dal febbraio 2021 più di trecento detenuti sono morti negli scontri nelle prigioni dell’Ecuador.
I Pulitzer del 2022
Il 9 maggio sono stati assegnati i premi Pulitzer, i più importanti riconoscimenti giornalistici del mondo. Il Washington Post è stato premiato nella categoria “Giornalismo per il bene pubblico“ per la cronaca dell’attacco al congresso del 6 gennaio 2021. Premiate anche alcune inchieste del New York Times: quella sui fermi stradali della polizia negli Stati Uniti, che hanno causato la morte di almeno 400 persone in cinque anni; e un’altra sui morti civili causati dai bombardamenti statunitensi in Medio Oriente. Nonostante la crisi economica che colpisce soprattutto i mezzi d’informazione delle città di provincia, anche quest’anno i giornali locali hanno ricevuto alcuni premi: il Tampa Bay Times per una serie di articoli sui danni ambientali e alla salute causati da un centro per riciclare batterie di automobili in Florida; lo Houston Chronicle per gli articoli sui tentativi del Partito repubblicano di limitare il diritto di voto in Texas. Nella sezione audio sono stati premiati gli autori di Suave, un podcast su un uomo condannato all’ergastolo quando era un adolescente.
Offensiva contro le donne
Negli Stati Uniti si continua a discutere di cosa succederebbe se la corte suprema dovesse decidere di cancellare il diritto all’aborto a livello federale. Il New York Times spiega che il prossimo fronte di questa battaglia potrebbe riguardare le pillole abortive: “Negli ultimi anni l’aborto farmacologico è diventato sempre più diffuso. Al momento riguarda la metà delle interruzioni di gravidanza nel paese. Se le tutele federali saranno cancellate, il ricorso a questo metodo aumenterà, anche perché a dicembre le autorità sanitarie hanno reso più facile ottenere i farmaci, anche per posta dopo la visita con un medico. Gli stati controllati dai repubblicani approveranno leggi per contrastare questa tendenza”.
Haiti Diciassette persone che percorrevano in autobus la tratta fra Santo Domingo e Port-au-Prince sono state rapite l’8 maggio vicino a Croix-des-Bouquets, a est della capitale. Il rapimento è stato rivendicato dalla banda criminale 400 Mawozo.
Messico Il 5 maggio il corpo del giornalista Luis Enrique Ramírez Ramos è stato trovato in un sacco di plastica lungo una strada vicino a Culiacán, nel nordovest del paese. Altre due giornaliste sono state uccise a Veracruz l’11 maggio. Dall’inizio dell’anno in Messico sono stati assassinati undici reporter.
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