Parlando della bozza della nuova costituzione che sarà sottoposta agli elettori tunisini nel referendum del 25 luglio, il quotidiano La Presse la definisce una “tabella di marcia per fare uscire il paese dalla crisi politica, sociale ed economica”. Con la nuova carta il presidente Kais Saied intende inaugurare una “terza repubblica”. Al referendum di luglio seguiranno poi le elezioni legislative, previste il 17 dicembre. Il programma del presidente incontra una forte resistenza. Intorno ad Ahmed Nejib Chebbi, storico oppositore del dittatore Zine el Abidine Ben Ali e fondatore del partito Al Amal, si sono riunite alcune organizzazioni della società civile tunisina e partiti politici, tra cui la formazione islamista Ennahda, che hanno formato un Fronte di salvezza nazionale. Il quotidiano panarabo Al Araby al Jadid riferisce che le ultime manifestazioni a Tunisi contro il presidente sono state represse con violenza. Dal 25 luglio 2021 Saied ha concentrato su di sé tutti i poteri e guidato il paese a colpi di decreti legge, suscitando i timori di una deriva autoritaria in Tunisia. ◆
Costituzione autoritaria
Un massacro senza nome
Centinaia di persone sono state uccise il 18 giugno in un attacco a Tole, nel distretto di Gimbi, nella regione etiope dell’Oromia. Il massacro di civili è uno dei più sanguinosi degli ultimi anni: i testimoni intervistati dalle agenzie di stampa forniscono bilanci diversi, che vanno dai 260 ai 320 morti. L’attacco ha preso di mira la minoranza amhara in una regione abitata principalmente da oromo, ed è stato attribuito alla milizia ribelle Esercito di liberazione oromo (Ola), scrive Addis Standard. L’Ola smentisce il suo coinvolgimento e punta il dito contro le forze filogovernative. Un anno fa i ribelli oromo, che sono della stessa etnia del primo ministro Abiy Ahmed ma lo accusano di aver tradito la sua gente, si erano uniti a quelli del Fronte popolare di liberazione del Tigrai (Tplf) in un’offensiva contro le forze governative. Nel nord del paese è in corso dal novembre 2020 una guerra civile che ha già causato migliaia di morti. In Etiopia si riaccendono periodicamente conflitti a sfondo etnico in diverse regioni della federazione, spiega l’Associated Press. Questi conflitti hanno radici nella storia del paese e sono peggiorati dalle tensioni politiche. Un testimone racconta all’agenzia che gli amhara residenti nell’area di Gimbi sono arrivati là trent’anni fa nell’ambito di un programma di reinsediamento. Oggi stanno fuggendo per mettersi in salvo.
Le visite di Mbs
II principe ereditario saudita Mohammed bin Salman (detto Mbs) è arrivato al Cairo, in Egitto, la sera del 20 giugno, nella prima tappa del suo viaggio diplomatico in Medio Oriente, che ha toccato anche Giordania e Turchia. Ad accoglierlo all’aeroporto del Cairo c’era il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi. I colloqui servono a coordinare le posizioni dell’Arabia Saudita e dei suoi alleati Egitto e Giordania in vista della visita del presidente statunitense Joe Biden nella regione a luglio. “L’Egitto è il paese più popoloso del mondo arabo e l’Arabia Saudita uno dei più ricchi”, commenta Al Jazeera, ricordando che da quando Al Sisi è salito al potere nel 2014 Riyadh ha tenuto l’economia egiziana a galla con aiuti e investimenti per decine di miliardi di dollari. L’incontro ad Ankara, in Turchia, tra Mbs e il presidente Recep Tayyip Erdoğan, ha invece l’obiettivo di normalizzare le relazioni che si erano deteriorate dopo l’uccisione a Istanbul del giornalista saudita Jamal Khashoggi nel 2018, aggiunge Al Jazeera.
Ammissione di colpa
Il 21 giugno in un tribunale di Londra un’azienda controllata dalla multinazionale anglosvizzera delle materie prime Glencore ( nella foto, una miniera in Rdc ) si è dichiarata colpevole di aver corrotto funzionari di diversi paesi africani: Camerun, Guinea Equatoriale, Guinea, Costa D’Avorio, Nigeria e Sud Sudan. La Glencore Energy ha ammesso di aver pagato più di 28 milioni di dollari tra il 2011 e il 2016 per assicurarsi un accesso preferenziale al petrolio e generare profitti illeciti, scrive Africa News. La sentenza è attesa all’inizio di novembre, ma l’azienda ha già annunciato che prevede di pagare fino a 1,5 miliardi di dollari di risarcimenti.
Mali Il 20 giugno il governo ha annunciato che almeno 132 civili sono stati uccisi nei due giorni precedenti in una serie di attacchi condotti nel centro del paese da un gruppo jihadista. Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha condannato le stragi, compiute in alcuni villaggi del circondario di Bankass e vicino a Gao .
Egitto Il 21 giugno il tribunale di Mansura ha rinviato al 27 settembre il processo a Patrick Zaki, l’attivista egiziano e studente all’università di Bologna arrestato al Cairo nel febbraio 2020 e scarcerato nel dicembre 2021, senza essere assolto dall’accusa di diffusione di notizie false.
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