La Partnership globale sugli investimenti e le infrastrutture, lanciata al G7 di Elmanu dal presidente statunitense Joe Biden per contrastare la cinese Belt and road initiative (Bri, la nuova via della seta), potrebbe spingere Pechino a privilegiare la qualità dei suoi investimenti, e le aziende cinesi a rispettare gli standard internazionali per integrarsi meglio a livello globale, scrive il South China Morning Post. Quanto all’iniziativa in sé, commenta Asia Sentinel, “è troppo poco, troppo tardi” per competere con la Bri. “Nessuno dei dettagli illustrati da Biden si avvicina lontanamente alla portatata dell’enorme piano infrastrutturale cinese”.
Una scommessa persa in partenza
Serbatoi vuoti
Il 29 giugno il governo ha sospeso per due settimane la vendita di carburante nel paese, che attraversa una crisi economica senza precedenti. Lo scopo è conservare le scorte per le emergenze, scrive The Island. Le scuole statali sono state chiuse e il personale negli uffici pubblici ridotto all’osso per limitare la circolazione.
Risparmio energetico
Il 29 giugno per il terzo giorno consecutivo agli abitanti e alle aziende di Tokyo, alle prese con l’ondata di caldo più grave dal 1875, è stato chiesto di limitare il consumo di energia per evitare i blackout, scrive il Mainichi Shimbun. La stagione delle piogge è finita con un anticipo che non si registrava dal 1951 e il paese è nella morsa del caldo. Le aziende che forniscono gas ed elettricità hanno cominciato a offrire punti equivalenti a somme di denaro da accumulare alle famiglie che nei mesi estivi consumeranno di meno.
Colpo di coda di Duterte
Il 29 giugno, due giorni prima dello scadere del mandato presidenziale di Rodrigo Duterte, le autorità filippine hanno confermato l’ordine di revoca della licenza al sito d’informazione Rappler, scrive The Inquirer. Negli ultimi anni Rappler, fondato e diretto dalla giornalista Maria Ressa, insignita quest’anno del Nobel per la pace, ha denunciato gli omicidi extragiudiziali di consumatori e spacciatori di stupefacenti nella campagna contro la droga voluta da Duterte. Il governo cerca di ostacolare il sito da sei anni. Nel 2018 l’ente regolatore per la sicurezza ne aveva ordinato la chiusura perché, sosteneva, l’azienda aveva venduto la quota di maggioranza della sua proprietà a un’azienda straniera (in realtà Rappler nel 2015 aveva ricevuto una donazione dall’azienda d’investimento statunitense Omidyar Network, ma senza cedergli il controllo). Maria Ressa ha annunciato il ricorso in tribunale contro la revoca della licenza. ◆
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