Americhe

Griner condannata

Kirill Kudryavtsev, Afp/Getty

Il 4 agosto un tribunale di Mosca ha condannato a nove anni di carcere per contrabbando di droga Brittney Griner ( nella foto ), la giocatrice di basket statunitense arrestata in Russia a febbraio con l’accusa di avere con sé cartucce con olio di hashish per un vaporizzatore. Il New York Times spiega che le autorità statunitensi starebbero organizzando uno scambio di prigionieri per riportare la cestista negli Stati Uniti. Nello scambio sarebbe coinvolto Viktor Bout, un noto trafficante d’armi russo.

Stato di guerra

Il 14 agosto cinque persone sono state uccise e altre 26 ferite in un’esplosione nella città portuale di Guayaquil, in Ecuador. Secondo il ministro dell’interno Patricio Carrillo si è trattato di una “dichiarazione di guerra” delle bande criminali contro il governo. “Ultimamente il paese, che si trova sulla rotta del contrabbando di cocaina proveniente da Perù e Colombia, ha registrato un forte aumento degli omicidi e dei crimini legati al traffico di droga”, scrive El País.

Un successo per Biden

L’amministrazione Biden è riuscita a far approvare dal congresso la proposta più importante del suo programma politico. L’Inflation reduction act, frutto di un compromesso con l’ala moderata del Partito democratico, prevede il più grande investimento della storia statunitense in iniziative per combattere la crisi climatica, con 370 miliardi di dollari di sgravi fiscali per auto elettriche, produzione di energia da fonti rinnovabili e riconversioni di impianti inquinanti. “ La legge contribuirà a ridurre il costo dell’energia – uno dei principali fattori dell’attuale aumento dei prezzi – e potrebbe permettere agli Stati Uniti di rispettare l’obiettivo di ridurre le emissioni di anidride carbonica del 40 per cento entro il 2030 rispetto ai livelli del 2005”, scrive l’economista Joseph Stiglitz. Il provvedimento contiene anche misure per ridurre il costo dei medicinali e dell’assistenza sanitaria.

Cartelli fuori controllo

Tijuana, 13 agosto 2022 (Jorge Duenes, Reuters/Contrasto)

Il governo messicano ha schierato migliaia di soldati in alcune città al confine con gli Stati Uniti per fronteggiare l’ondata di violenza causata dai cartelli della droga. “Il 12 agosto a Tijuana, nella Baja California, nel nordovest del paese, è scoppiata una serie di incendi dolosi che hanno causato il blocco delle strade”, scrive Milenio. Nello stesso giorno a Ciudad Juárez, nello stato di Chihuahua, i cartelli della droga hanno ucciso almeno nove persone. Secondo il governo del presidente Andrés Manuel López Obrador, i principali responsabili delle violenze sono gli affiliati del cartello di Jalisco Nueva Generación, che negli ultimi mesi si è scontrato con altre organizzazioni per il potere e il controllo del territorio. La polizia ha detto di aver arrestato almeno 17 persone. ◆

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1474 - 19 agosto 2022
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