Condanna doppia

Il 29 settembre una corte birmana ha condannato la leader politica Aung San Suu Kyi, deposta con il colpo di stato del 2021, e il suo ex consigliere economico australiano Sean Turnell a tre anni di detenzione per aver violato la legge sul segreto di stato, scrive The Irrawaddy. La sentenza non cambia la situazione di Suu Kyi, che ha già ricevuto undici condanne per una pena complessiva superiore a venti anni. Secondo The Diplomat la condanna di Turnell sarebbe il primo passo verso la sua espulsione. Il verdetto preoccupa l’Australia: Abcnews ha detto che la crisi birmana potrebbe destabilizzare la sicurezza della regione.

Insegnare uccide

Hiroshima, Giappone (Jinhee Lee, Nurphoto/Getty)

Quasi 294 ore al mese, più di 123 ore di straordinari oltre la soglia definita per legge “a rischio karoshi (cioè la morte per troppo lavoro)”. Secondo un recente sondaggio riportato dal sito Nippon, la salute degli insegnanti giapponesi è messa a dura prova dalle giornate di lavoro troppo lunghe. Per gli intervistati sono necessarie nuove assunzioni.

Esercitazioni pericolose

Il 4 ottobre la Corea del Nord ha lanciato un missile balistico che ha sorvolato il Giappone prima di cadere, senza provocare danni, nell’oceano Pacifico, a 4.500 chilometri di distanza. È la settima volta che succede, l’ultima risaliva al 2017. L’Asahi Shimbun riferisce le reazioni dei giapponesi, avvisati da un messaggio del governo che li esortava a mettersi al riparo. Secondo l’agenzia di stampa Kyodo, quella del 4 ottobre è la traiettoria più lunga percorsa da un missile di Pyongyang, che così ha dimostrato di poter colpire la base statunitense di Guam, in Micronesia. La Corea del Sud e gli Stati Uniti hanno risposto con un lancio dimostrativo di cinque missili, di cui uno esploso all’interno della base. I sudcoreani sono rimasti sconcertati dall’incidente e dal mancato preavviso dei lanci da parte delle istituzioni.

Donne contro

Proteste a Kabul, Afghanistan, 1 ottobre 2022  (Afp/Getty)

Il 30 settembre una bomba ha ucciso 53 studenti nel centro educativo di Dasht-e-Barchi, il quartiere di Kabul dove vive la comunità hazara. Le vittime dell’attentato sono soprattutto ragazze della minoranza sciita che si trovavano nel centro per sostenere un esame, scrive Al-Jazeera. Nei giorni successivi centinaia di donne sono scese in piazza in molte città del paese e all’estero. Chiedono protezione per il gruppo sciita, sempre più spesso bersaglio di attacchi da parte dello Stato islamico della provincia del Khorasan (Iskp) e l’accesso agli studi superiori, un diritto che gli è negato da quando i taliban hanno ripreso il controllo del paese nell’agosto del 2021. Secondo le testimonianze raccolte dal Guardian, la risposta del regime è stata violenta: “Ci prendono per l’hijab e per i capelli e ci impediscono di protestare”, ha raccontato una partecipante. Il 2 ottobre a Herat i taliban avrebbero sparato sul corteo. ◆

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1481 - 7 ottobre 2022
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