La Grande barriera corallina corre dei rischi, e secondo l’Unesco dovrebbe essere inserita nella lista dei 52 siti del patrimonio mondiale “in pericolo”. “L’Australia si è opposta perché il parere non tiene conto degli 800 milioni di dollari stanziati dal nuovo governo per la salvaguardia dell’ecosistema”, scrive Abcnews. “La barriera porta quattro miliardi di dollari all’anno nelle casse del paese, e Canberra teme che la decisione possa causare delle perdite economiche”.
Figlio del Gujarat
Per capire il fenomeno Modi bisogna comprendere la psiche del Gujarat, si legge su Outlook India, che titola: “Made in Gujarat”. Lo stato roccaforte elettorale del primo ministro, spiega il settimanale del subcontinente indiano, “è un’illusione creata dalla propaganda. Una sorta di Disneyland che soddisfa i visitatori di ogni età”. Dal 1980 al 2000 il suo tasso di crescita è stato del 15 per cento all’anno, ma è sceso all’8,21 per cento dal 2001, sotto la guida di Narendra Modi. Inoltre, ha il maggior sbilanciamento di genere (919 donne ogni mille uomini) in un paese che, con una media nazionale di 940 donne ogni mille uomini, non brilla certo per la parità tra i generi. Dietro l’ascesa di Modi ci sarebbero l’insofferenza nei confronti del partito del Congress, alla guida del paese per 54 anni, un sentimento diffuso contro i musulmani e la diga di Sardar Sarovar, inaugurata nel 2017. Era stato Jawaharlal Nehru a posare la prima pietra dell’opera nel 1961, ma oggi è solo il partito di Modi a raccoglierne i frutti. La diga porta acqua ed elettricità a quattro stati, ma è stata oggetto di feroci critiche per i suoi costi economici e ambientali. ◆
Il ritorno di Asim Munir
Il 24 novembre il generale Asim Munir ( nella foto ) è diventato il comandante in capo delle forze armate del Pakistan. La sua nomina divide ancora di più il primo ministro Shahbaz Sharif e Imran Khan, ex premier bandito dai pubblici uffici e oggi leader dell’opposizione, che nel 2019 aveva rimosso il generale dalla guida dei servizi di sicurezza (Isi). “Munir può essere considerato l’uomo più potente del quinto paese più popoloso al mondo”, spiega Nikkei Asia. “L’esercito svolge un ruolo di primo piano nella sfera politica, militare, economica e sociale del Pakistan, influenzando anche quella culturale. È la sesta forza armata a livello mondiale e l’unica di un paese islamico dotato di ordigni nuclea ri”.
Pluralismo di facciata
Il 30 novembre è nato in Kazakistan il Baytaq, il Partito dei verdi: è il primo gruppo politico riconosciuto in vent’anni nel paese, spiega Eurasianet. In molti, però, credono che sia un’operazione di facciata in vista delle elezioni del 2023, anche perché il segretario Azamatkhan Amirtai appartiene all’élite. Secondo i critici, il presidente Kassym-Jomart Tokayev finge di sostenere il pluralismo politico per sembrare un riformatore.
Lo scontro armato
Allo Zhuhai airshow, la più grande fiera aeronautica e militare cinese, si sono conclusi accordi commerciali per un valore di quaranta miliardi di dollari. Anche se la Corea del Sud dichiara di volere contendere il quarto posto alla Cina nella classifica mondiale dei paesi esportatori di armi, scrive il South China Morning Post, gli affari di Pechino non sono compromessi. Circa il 60 per cento delle armi esportate dalla Cina tra il 2016 e il 2020 è finito in Pakistan, Algeria e Bangladesh, mentre i principali clienti della Corea del Sud sono stati il Regno Unito, le Filippine e l’Indonesia. Nel 2022 la Polonia ha commissionato a Seoul attrezzature militari per dieci miliardi di dollari. Di fatto l’industria sudcoreana sta rubando una fetta di mercato agli Stati Uniti.
Demografia incerta
“Secondo uno studio delle Nazioni Unite, la Papua Nuova Guinea ha diciassette milioni di abitanti, il doppio rispetto alla stima ufficiale di 9,4 milioni delle autorità del paese”, scrive The Australian. “Il primo ministro James Marape (nella foto) ha ammesso di non conoscere il dato con esattezza, e questo pregiudica la capacità del governo di migliorare l’economia e fornire servizi ai cittadini”.
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