La notte del 12 dicembre un gruppo di simpatizzanti del leader brasiliano Jair Bolsonaro ha cercato di fare irruzione nella sede della polizia federale a Brasília. Poche ore prima il tribunale elettorale aveva ratificato la vittoria di Luiz Inácio Lula da Silva, che s’insedierà alla presidenza il 1 gennaio 2023. Gli estremisti di destra hanno dato fuoco ad alcuni autobus (nella foto) e a decine di macchine, scrive la Folha de S.Paulo. La protesta è esplosa dopo l’arresto di Acácio Serere Xavante, un leader indigeno sostenitore di Bolsonaro, accusato d’incitamento alla violenza e minaccia all’ordine democratico. ◆
Condannata per corruzione
La vicepresidente argentina Cristina Fernández ( nella foto ) è stata condannata il 6 dicembre a sei anni di prigione per amministrazione fraudolenta durante il suo governo e quello precedente (guidato dal suo defunto marito, Néstor Kirchner, dal 2003 al 2015). “Fernández, che è stata prosciolta dall’accusa di guidare un’associazione a delinquere, si dichiara vittima di una persecuzione giudiziaria”, scrive Bbc mundo. La vicepresidente non sarà arrestata perché è protetta dall’immunità parlamentare.
Un secondo tentativo
Dopo settimane di discussione, il 12 dicembre quattordici partiti politici cileni presenti in parlamento hanno annunciato un accordo per avviare un processo costituente, visto che il 4 settembre la costituzione scritta per sostituire quella attuale è stata bocciata in un referendum. “L’intesa prevede la creazione di un organo con cinquanta rappresentanti eletti, che lavoreranno sulla base di un progetto preparato da 24 esperti scelti dal parlamento”, si legge su BioBio Chile. Gli esperti cominceranno a gennaio e l’elezione dei costituenti si svolgerà a maggio, con voto obbligatorio. A novembre del 2023 il testo sarà sottoposto a un referendum.
Atleti ancora in Russia
L’8 dicembre Brittney Griner, la giocatrice statunitense di basket detenuta in Russia da febbraio, è stata liberata dopo che Mosca e Washington si sono accordate su uno scambio di prigionieri. Gli Stati Uniti hanno ceduto il trafficante d’armi russo Viktor Bout, che era detenuto nel paese da dieci anni. “La vicenda di Griner sposta i riflettori sui tanti statunitensi ancora in Russia”, scrive il New York Times. Dopo l’invasione russa dell’Ucraina, i manager delle aziende statunitensi se ne sono andati, come gli studenti. “Altri hanno scelto di restare, e c’è perfino chi è andato in Russia dopo l’arresto di Griner”. È il caso proprio di alcuni atleti. “Dopo lo scoppio della guerra, le squadre russe della Continental hockey league, che comprende la Russia e alcuni paesi vicini, hanno perso quasi la metà dei giocatori stranieri. Con il passare dei mesi alcuni di quei posti sono stati occupati da statunitensi e canadesi. Sono almeno 42 gli statunitensi che giocano o hanno intenzione di giocare nel principale campionato di pallacanestro maschile russo, rispetto ai trenta di qualche mese fa”. Questo perché le società sportive russe offrono buoni stipendi per atleti a fine carriera o che non riescono ad affermarsi negli Stati Uniti. Questi giocatori hanno scelto di vivere in Russia nonostante gli avvertimenti del loro governo.
Matrimoni da difendere
Il presidente Joe Biden ha firmato una legge approvata d a l congresso per proteggere i matrimoni tra persone dello stesso sesso in tutto il paese. Negli Stati Uniti queste unioni sono legali grazie a una sentenza del 2015 della corte suprema. “La nuova legge serve a proteggerle nel caso in cui la corte dovesse ribaltare quella sentenza, come è successo con il diritto all’aborto”, spiega la Cnn. Permetterà al governo federale e agli stati di riconoscere i matrimoni omosessuali purché siano legali negli stati in cui si sono svolti. Sono previste tutele per le organizzazioni religiose: la legge le protegge dal rischio di vedersi negare esenzioni fiscali o altri benefici per aver rifiutato di riconoscere questi matrimoni.
Colombia Il 12 dicembre i rappresentanti dell’Esercito di liberazione nazionale (Eln) e del governo colombiano hanno annunciato la fine della prima parte dei colloqui di pace in corso in Venezuela. Il dialogo riprenderà in Messico a gennaio.
Stati Uniti Il 14 dicembre Kate Brown, governatrice democratica dell’Oregon, ha deciso di commutare le sentenze dei diciassette condannati a morte dello stato. Questi detenuti dovranno affrontare l’ergastolo senza possibilità di libertà condizionata.
Articolo precedente
Articolo successivo
Inserisci email e password per entrare nella tua area riservata.
Non hai un account su Internazionale?
Registrati