Il 26 febbraio 500mila persone (90mila secondo le autorità) hanno partecipato a una manifestazione nella piazza dello Zócalo, a Città del Messico, contro la riforma dell’Istituto nazionale elettorale (Ine), un organo indipendente incaricato di organizzare le elezioni e vigilare sul loro corretto svolgimento. Secondo l’opposizione, la misura è una minaccia alla democrazia. La riforma, promossa dal presidente Andrés Manuel López Obrador e approvata dal parlamento, riduce i finanziamenti e il personale dell’Ine. “Il presidente messicano sostiene che l’istituto costi troppo, sia di parte e in passato abbia coperto dei brogli”, scrive El País. ◆
Minorenni sfruttati
Negli ultimi anni negli Stati Uniti sono aumentate in modo preoccupante le violazioni delle leggi contro il lavoro minorile. “Le vittime sono soprattutto bambini e ragazzi stranieri arrivati nel paese senza i loro genitori”, scrive il New York Times, che ha raccolto le storie di più di cento di loro. “Fanno alcuni dei lavori più usuranti in ogni settore industriale, spesso per grandi aziende: riparano tetti in Florida e in Tennessee, fanno le pulizie nei mattatoi del Mississippi e della North Carolina; segano assi di legno nei turni notturni in South Dakota; fanno funzionare le macchine per la mungitura nel Vermont, consegnano pasti a New York; costruiscono muri intorno alle case di villeggiatura alle Hawaii”. Vengono soprattutto dall’America Centrale, e sono spinti dalle loro famiglie a partire a causa di una crisi economica aggravata dalla pandemia di covid-19. Nel 2022 130mila minori non accompagnati sono entrati negli Stati Uniti, il triplo rispetto a cinque anni prima, e quest’estate si prevede una nuova ondata. Il quotidiano britannico **Financial Times ** spiega che il lavoro minorile è aumentato da quando le aziende fanno fatica a trovare lavoratori. “Invece di aumentare le tutele per i bambini, alcuni stati hanno risposto alle pressioni del mercato cercando di eliminare ulteriori restrizioni al lavoro minorile”.
Imparare dai disastri
Il 26 febbraio le autorità dello stato di São Paulo hanno reso noto il bilancio definitivo delle piogge torrenziali che hanno colpito il sudest del Brasile, in particolare la città di São Sebastião, il 18 e 19 febbraio. A causa della tempesta e dello smottamento del terreno sono morte 65 persone, tra cui diciannove bambini. Su São Sebastião sono caduti 680 millimetri di pioggia in ventiquattr’ore, più del doppio della media mensile, sostengono le autorità. La Folha de S.Paulo sottolinea che “sono sempre le persone più povere quelle maggiormente colpite dai disastri climatici”. Per questo è necessario un piano d’azione che anche sul breve periodo prepari le città ad affrontare questi eventi estremi. “La società brasiliana deve capire che bisogna ricostruire le infrastrutture naturali del paese, ormai consumate”, scrive il sito brasiliano Sumaúma.
Militari alla frontiera
“Il 27 febbraio il governo cileno del presidente Gabriel Boric ha cominciato a inviare i militari nel nord del paese, alla frontiera con il Perù e la Bolivia. L’obiettivo è gestire la crisi migratoria e l’aumento di persone che arrivano attraverso vie irregolari”, scrive Infobae. La misura, che resterà in vigore per novanta giorni, riguarda le regioni di Arica, Parinacota, Tarapacá e Antofagasta dove sono in aumento crimini associati al traffico di esseri umani, armi e sostanze stupefacenti. I militari potranno fare controlli e fermare chi sospettano possa aver commesso qualche irregolarità. La misura approvata dal governo stabilisce che i militari possono usare la forza e le armi solo in casi estremi.
Colombia Il 28 febbraio il presidente Gustavo Petro ha annunciato un rimpasto di governo. Tre ministri, tra cui quello dell’istruzione, sono stati sostituiti perché erano in disaccordo con la riforma della salute presentata dall’esecutivo.
Stati Uniti Ron DeSantis, il governatore della Florida, ha firmato una legge che cancella le esenzioni fiscali e amministrative per la Disney. Il provvedimento è una ritorsione per la decisione dell’azienda di schierarsi contro un provvedimento, approvato lo scorso anno, che vieta di parlare di questioni di genere nelle scuole.
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