Il Chips and science act, l’investimento di 52 miliardi di dollari nello sviluppo del settore dei processori, una delle maggiori misure di politica industriale degli ultimi decenni negli Stati Uniti, rischia di trovare un ostacolo insormontabile nella carenza di manodopera, scrive Bloomberg Businessweek. Ne è una prova il progetto della Intel in Ohio. Qui la multinazionale vuole aprire un complesso di dieci fabbriche entro il 2025, sfruttando gli incentivi pubblici. “Ma a sei mesi dall’inizio dei lavori le aziende che lavorano per conto della Intel hanno ammesso che stanno facendo molta fatica a trovare i lavoratori necessari per realizzare il progetto”.
I primi ostacoli
Limiti alle esportazioni
Il governo olandese ha deciso di limitare ulteriormente le esportazioni dell’Asml verso la Cina, scrive il sito della tv Rtl Nederland. L’Asml è un’azienda che ha sviluppato la litografia ultravioletta estrema, con cui si fabbricano i minuscoli transistor dei microchip. L’azienda dovrà chiedere il permesso al governo per esportare questa tecnologia.
Servono i migranti
Il Regno Unito ha intenzione di risolvere la mancanza di manodopera nel paese aprendo le porte ai lavoratori stranieri, scrive il Financial Times. Senza queste misure il governo è convinto che non sarà possibile occupare gli 1,2 milioni di posti di lavoro vuoti. In cima alla lista stilata da Londra c’è il settore dell’edilizia, nel quale sono richiesti soprattutto muratori, falegnami, riparatori di tetti e imbianchini. Ma il paese ha urgente bisogno anche di veterinari, infermieri, ingegneri civili e grafici. “Negli elenchi stilati dal governo”, conclude il quotidiano, “non c’è il settore delle strutture ricettive, che però da quando il Regno Unito è uscito dall’Unione europea è a corto di manodopera quanto l’edilizia”.
Lavorare di più per i figli
Settimana corta, orario ridotto, lavoro da remoto. In Europa si stanno diffondendo varie formule per conciliare il lavoro con la vita privata. “Invece in Corea del Sud”, scrive la Neue Zürcher Zeitung, “stanno pensando se non sia il caso di lavorare ancora di più”. Il governo conservatore guidato dal presidente Yoon Suk-yeol vuole estendere l’orario settimanale da 52 a 69 ore. L’idea ha provocato proteste, racconta il quotidiano svizzero, soprattutto per il motivo che spinge il governo verso questo passo: tutelare le donne giovani e aiutarle a diventare madri. Dovrebbero accumulare quante più ore di straordinario possibile, così al momento giusto avrebbero più tempo per stare lontane dall’azienda e dedicarsi ai figli. Oggi la legge prevede che dodici delle 52 ore di lavoro alla settimana siano straordinari. Con la riforma si passerà a diciassette. In questo modo Seoul spera di aumentare il tasso di natalità, uno dei più bassi al mondo, e allo stesso tempo contrastare l’invecchiamento della popolazione. ◆
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