Il 15 aprile, nel corso di una conferenza, il leader di Ennahda Rachid Ghannouchi ha paragonato la Tunisia guidata dal presidente Kais Saied al vecchio regime dittatoriale di Zine el Abidine Ben Ali. Ghannouchi ha aggiunto che era “impossibile immaginare la società tunisina senza Ennahda”, il principale partito dell’opposizione. La formazione musulmana democratica, uscita dall’ombra dopo la rivoluzione del 2011, era la principale forza nel parlamento tunisino, che nell’estate del 2021 Saied ha deciso di privare di ogni potere. La sera del 17 aprile Ghannouchi è stato arrestato, insieme ad altri tre dirigenti del partito. Il giorno dopo la polizia ha perquisito e chiuso il quartier generale di Ennahda a Tunisi. È l’ennesimo arresto compiuto tra le file dell’opposizione al presidente. Il quotidiano panarabo Al Araby al Jadid scrive che, arrestando Ghannouchi, Saied ha fatto un passo da cui “non può più tornare indietro”: “L’intensificarsi delle azioni delle autorità tunisine contro l’opposizione rappresenta una svolta molto pericolosa per il paese”. ◆
L’opposizione in arresto
Scambio di prigionieri
Dal 14 al 16 aprile il governo yemenita e i ribelli sciiti huthi si sono scambiati 869 prigionieri. L’operazione, la più importante di questo tipo dall’ottobre 2020, quando le persone coinvolte erano state più di mille, coincide con un’intensa attività diplomatica. Al Jazeera ricorda che la delegazione saudita è arrivata a Sanaa il 9 aprile per avviare dei colloqui con i ribelli ed è ripartita quattro giorni dopo, senza che sia stato raggiunto un accordo definitivo per il cessate il fuoco, ma con l’obiettivo d’incontrarsi per nuovi negoziati il prima possibile.
Bashar al Assad torna in scena
Il 18 aprile il presidente siriano Bashar al Assad ha accolto a Damasco il ministro degli esteri saudita per la prima volta dall’inizio della guerra civile siriana nel 2011. L’incontro conferma la normalizzazione dei rapporti di vari paesi arabi con il regime siriano, commenta The New Arab. Il sito panarabo ricorda che questo passo arriva in un momento in cui i due grandi nemici della regione, Iran e Arabia Saudita, si stanno riavvicinando. Le due potenze sono coinvolte in vari conflitti nella regione, tra cui quello siriano.
Evasione in fumo
Per quasi un anno la polizia sudafricana non si è resa conto che Thabo Bester, un condannato per stupro e omicidio, aveva inscenato la sua morte ed era evaso di prigione. Ma grazie a un’inchiesta del sito GroundUp, Bester è stato arrestato il 14 aprile in Tanzania insieme alla compagna Nandipha Magudumana, nota per aver fondato una clinica di chirurgia estetica. Nel 2012 Bester era stato rinchiuso nel carcere di Bloemfontein. Era riuscito a scappare nel maggio del 2022 appiccando un incendio e, con l’aiuto di complici, mettendo il corpo di un altro uomo nella cella. La vicenda ha scatenato polemiche per i ritardi nelle indagini sulla presunta morte di Bester, in particolare nell’effettuare l’autopsia sul cadavere, e perché il carcere era gestito da un’azienda privata che offre servizi di sicurezza, la G4S. Secondo News24, dalla prigione Bester gestiva numerosi affari e godeva di un trattamento privilegiato. Dopo la scoperta dell’imbroglio il governo ha ripreso il controllo del carcere.
Le manovre del regno
Il 16 aprile il principe ereditario Mohammed bin Salman ha annunciato il trasferimento del 4 per cento del capitale dell’azienda pubblica petrolifera Aramco a un fondo d’investimento. Il quotidiano economico saudita Al Eqtisadiah spiega che la decisione “completa le iniziative del regno per rafforzare l’economia nazionale” e “realizzare gli obiettivi della strategia Vision 2030”, che mira ad affrancare l’economia del paese dal petrolio. Nel 2022 un’altra tranche del 4 per cento era finita nello stesso fondo d’investimento, detenuto dal fondo sovrano dell’Arabia Saudita e diretto, come l’Aramco, dall’economista e imprenditore Yasir al Rumayyan, sotto la supervisione del Consiglio economico e quindi del principe ereditario.
Etiopia Il governo vuole reclutare 500mila donne da mandare in Arabia Saudita per farle lavorare come collaboratrici domestiche, ha rivelato Al Jazeera. Le organizzazioni per i diritti umani criticano il progetto, ricordando i numerosi casi di torture e abusi subiti in passato dalle lavoratrici etiopi nel regno.
Uganda Il 14 aprile il ministro delle finanze Amos Lugoloobi è stato arrestato nell’ambito di un’inchiesta sul furto di 14.500 lastre di metallo che dovevano essere usate come tetti per le case popolari nella regione di Karamoja (nordest).
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