Gli esseri umani migrarono verso le Americhe tra i 25mila e i 27mila anni fa, molto prima di quanto si pensasse. Lo dimostra la datazione di alcuni ciondoli ornamentali in ossa di bradipo gigante (Glossotherium phoenesis, oggi estinto) trovati nel centro del Brasile. Il bradipo gigante pesava più di cinque quintali e sotto la pelliccia aveva strutture ossee simili alle placche degli armadilli. Dalle analisi è emerso che i ciondoli furono realizzati prima della fossilizzazione delle ossa. I ricercatori escludono anche che i buchi e la levigatura siano frutto dell’abrasione naturale. La presenza contemporanea in Brasile degli esseri umani e della megafauna, scrive Proceedings of the Royal Society B, anticipa l’attraversamento dello stretto di Bering dei primi esseri umani. Si pensava fosse avvenuto circa quindicimila anni fa, prima che l’aumento del livello del mare sommergesse il ponte di terra che collegava l’Asia e le Americhe.
I primi umani nelle Americhe
Robot intelligenti
L’applicazione dell’intelligenza artificiale ai robot usati in medicina sta dando buoni risultati in vari campi. I robot intelligenti possono, per esempio, assistere i chirurghi durante le operazioni. Sono anche in grado di svolgere compiti in autonomia, ma sotto la supervisione umana. In alcuni casi è possibile assegnargli mansioni specifiche, come rimuovere i corpi estranei o i tessuti danneggiati in una ferita, o completare una sutura, procedure di routine che richiedono accuratezza. Possono anche essere utili negli interventi di precisione, evitando il tremolio delle mani. L’uso dei robot potrebbe anche permettere interventi da remoto, utili per esempio in caso di disastri naturali, mentre lo sviluppo di materiali non rigidi potrebbe rendere le operazioni meno invasive. Anche altri settori della medicina possono beneficiare dell’intelligenza artificiale. Le protesi, per esempio, potrebbero essere migliorate e personalizzate. Si potrebbero anche realizzare esoscheletri, o strutture di sostegno da indossare, che aiutino i pazienti nella riabilitazione. La priorità ovviamente è rendere i dispositivi sicuri e affidabili. ◆
L’empatia dei maiali
L’Istituto di ricerca sulla biologia degli animali da fattoria di Dummerstorf, in Germania, ha condotto un test per verificare l’empatia dei maiali. Quando un maiale restava intrappolato nel recinto, otto volte su dieci uno del gruppo apriva la porta per liberarlo. La probabilità di soccorso era maggiore quando il maiale mostrava segni di stress. I maiali sarebbero quindi dotati di empatia e capacità di riconoscere le emozioni, scrivono i ricercatori su bioRxiv. Non si può però escludere una motivazione egoistica, per esempio ritrovare tranquillità o avere più compagni nel gruppo.
Nuove varietà di pioppo
Alcuni ricercatori hanno realizzato nuove varietà di pioppo, un albero della famiglia delle salicacee, usando la tecnica d’ingegneria genetica crispr, che permette di modificare il dna. Il legno delle nuove varietà contiene meno lignina, un composto difficile da trattare chimicamente. La fibra ricavata è più adatta a produrre carta o altri materiali. I ricercatori hanno alterato ventuno geni della lignina, ottenendo 174 varianti di pioppo, scrive Science. Nella foto: pioppi modificati (a sinistra) e selvatici in una serra
Mortalità nella norma
Negli Stati Uniti la mortalità è tornata ai livelli precedenti alla pandemia di covid-19. Nella fase più grave della pandemia, scrive il New York Times, i decessi quotidiani erano del 30 per cento superiori alla norma. I dati derivano da varie fonti, tra cui i Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie (Cdc). La mortalità in eccesso è considerata un indicatore indiretto delle conseguenze dell’infezione, dato che molti casi non sono diagnosticati.
Biologia In alcune aree urbane del Belgio, dei Paesi Bassi e della Scozia sono stati trovati nidi di gazze e corvi contenenti spilli di metallo (nella foto). Facevano parte dei dissuasori montati sugli edifici per evitare la costruzione di nidi. A quanto pare gli uccelli, scrive New Scientist, sfilano gli spilli e li usano per costruire nidi che offrono un riparo maggiore alla nidiata, soprattutto quando i rametti sono scarsi.
Biologia Le tartarughe verdi del Mediterraneo frequentano le stesse aree di tremila anni fa. Analizzando i resti di Chelonia mydas trovati in siti archeologici in Turchia e Libano è emerso che gli animali erano mangiati dagli esseri umani, scrive Pnas. I ricercatori hanno ricostruito i siti in cui le tartarughe migravano e si alimentavano, che corrispondono alle aree frequentate oggi dagli animali in Tunisia, Libia, Egitto, Cipro e Turchia.
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